Reduce da un ennesimo festival sanremese, il fascinoso Francesco ha ancora una gran voce e una discreta penna. E festeggia i suoi primi 50 anni col supporto di autori trendy come Ultimo, Colapesce e Gazelle: così, giusto per fare un disco, come ha dichiarato, “che potesse piacere anche ai miei figli”, ovvero continuare a galleggiare dignitosamente fra i marosi di un mercato in profonda mutazione.
Il cantante bresciano non è più un ragazzino e calca le scene da almeno trent'anni anni; come dire che ne conosciamo la cilindrata artistica, i piccoli limiti e le potenzialità del suo talento.
Questo suo nuovo album di inediti – l’ottavo della serie – è un buon disco; quello che probabilmente le legioni dei suoi estimatori s’attendevano. Certo lui e i suoi autori pescano qua e là dai maestri della canzone d’autore nostrana, ma la sua timbrica, sempre limpida e potente, rende sufficientemente omogeneo e personale il tutto. Un lavoro che attinge nel privato, anche doloroso (la morte della madre e l’alzheimer del padre in primis), ma offre anche leggerezze furbette per intrigare le vetrine radiofoniche e i consumatori dei social.
La nuova dozzina di brani è composta con mestiere, ma anche con dosata prevedibilità, nella struttura e nello sviluppo. Il che significa che questo suo nuovo lavoro appare destinato a rinforzare le presenze del suo nuovo tour e a svecchiarne certi picchi un po’ melodrammatici, ma potrebbe non bastare ad elevarlo dal limbo dell’italian pop nel quale staziona da anni verso i piani altissimi del paradiso dei cantautori.
Franz Coriasco