UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

GIORGIO MORODER: “Déià Vu” (Sony Music)

Un signor disco tracimante d’energia e di nostalgia, ma ammantato da una classe capace di mandare in sollucchero anche gli ipertrofici giovanotti del Terzo Millennio.
28 Luglio 2015

Era uno dei leader maximi della disco anni Settanta, nonché uno dei primissimi musicisti italiani a conquistare i mercati internazionali.
Trentino di Ortisei, classe 1940, cominciò a farsi le ossa negli studi berlinesi già verso la fine degli anni Sessanta, ma il botto vero lo confezionò lanciando una delle prime icone della disco-music, Donna Summer. Il successo planetario gli dischiuse le porte di Hollywood (tra l’altro firmò le colonne sonore di blockbuster del livello di Flashdance, Top Gun e Scarface). Nella decade seguente arrivarono innumerevoli altre collaborazioni prestigiose (da David Bowie a Freddie Mercury) e l’incarico di comporre la musica per i giochi olimpici di Los Angeles.
Col tramonto della prima ondata dance, si fece progressivamente da parte godendosi la gloria, compresa, la nomina a Commendatore della Repubblica che gli venne insignita dal presidente Ciampi. Ma si sa,  certe passioni sono difficili da mandare in archivio, e basta poco per convincersi a tornare in pista: nel suo caso la conclamata devozione dei Daft Punk  dai cui nacque una fortunata collaborazione un paio d’anni fa. E adesso, dopo quasi vent’anni di silenzio, rieccolo sui mercati con questo album tutto suo, ma impreziosito manco a dirlo da un bel parterre d’allieve devote e blasonate quali Bitney Spears, Sia, Kelis, e Kilie Minogue. Un signor disco tracimante d’energia e di nostalgia, ma ammantato da una classe capace di mandare in sollucchero anche gli ipertrofici giovanotti del Terzo Millennio.
Mastro Moroder è tornato, e a quanto pare ha ritrovato tutta le verve che serve a un leggendario settantacinquenne per rinviare la pensione di un altro po’. (Franz Coriasco)