Era uno dei leader maximi della disco anni Settanta, nonché uno dei primissimi musicisti italiani a conquistare i mercati internazionali.
Trentino di Ortisei, classe 1940, cominciò a farsi le ossa negli studi berlinesi già verso la fine degli anni Sessanta, ma il botto vero lo confezionò lanciando una delle prime icone della disco-music, Donna Summer. Il successo planetario gli dischiuse le porte di Hollywood (tra l’altro firmò le colonne sonore di blockbuster del livello di Flashdance, Top Gun e Scarface). Nella decade seguente arrivarono innumerevoli altre collaborazioni prestigiose (da David Bowie a Freddie Mercury) e l’incarico di comporre la musica per i giochi olimpici di Los Angeles.
Col tramonto della prima ondata dance, si fece progressivamente da parte godendosi la gloria, compresa, la nomina a Commendatore della Repubblica che gli venne insignita dal presidente Ciampi. Ma si sa, certe passioni sono difficili da mandare in archivio, e basta poco per convincersi a tornare in pista: nel suo caso la conclamata devozione dei Daft Punk dai cui nacque una fortunata collaborazione un paio d’anni fa. E adesso, dopo quasi vent’anni di silenzio, rieccolo sui mercati con questo album tutto suo, ma impreziosito manco a dirlo da un bel parterre d’allieve devote e blasonate quali Bitney Spears, Sia, Kelis, e Kilie Minogue. Un signor disco tracimante d’energia e di nostalgia, ma ammantato da una classe capace di mandare in sollucchero anche gli ipertrofici giovanotti del Terzo Millennio.
Mastro Moroder è tornato, e a quanto pare ha ritrovato tutta le verve che serve a un leggendario settantacinquenne per rinviare la pensione di un altro po’. (Franz Coriasco)