UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

GREGORY PORTER: “Liquid Spirit” (Blue Note)

Una gran voce, uno stile molto personale all'incrocio tra i linguaggi del jazz, del blues, del soul, del gospel, e del black-pop: il pacioso Gregory è davvero uno da tener d'occhio, e a portata d'orecchio.
17 Settembre 2013
Una gran voce, uno stile molto personale all'incrocio tra i linguaggi del jazz, del blues, del soul, del gospel, e del black-pop.
Nonostante sia già al terzo album, non lo conoscono ancora in molti, almeno qui in Italia; ma il pacioso Gregory è davvero uno da tener d'occhio, e a portata d'orecchio.
Classe 1971, nativo di Los Angeles, dopo una parentesi in un musical di Broadway (It ain't nothing but the blues), Porter aveva debuttato come solista nel 2010 con un album che s'era subito guadagnato una nomination nella sezione jazz dei Grammy Awards. Poi altri due ottimi album, l'ultimo dei quali è proprio questo delizioso Liquid Spirit dove il Nostro si dimostra non solo dotato di una voce molto calda e accattivante, ma anche di una penna di gran classe. Il nuovo contratto per l'etichetta più prestigiosa del jazz la dice lunga sul credito di cui questo talentaccio gode nell'ambiente. Tra i suoi estimatori c'è anche la grande Dee Dee Bridgwater che di recente ha affermato: “Da tempo non avevamo un cantante come lui, ed è anche un ottimo autore”. Ed è esattamente così, ascoltare per credere. (Franz Coriasco)