UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

IL VOLO: “Sanremo Grande Amore” (Sony Music)

Il trionfo del giovane trio all’ultimo Festival ha suscitato una ridda di discussioni...
23 Febbraio 2015

Il trionfo del giovane trio all’ultimo Festival ha suscitato una ridda di discussioni e di scontri veementi tra opposte fazioni: da una parte gli estimatori della restaurazione di marca neo-baudesca che ha ingolfato il cast di questa 65esima edizione, dall’altra  chi sostiene che tali campionari non facciano che sottolineare l’inadeguatezza di un Paese incapace d’emanciparsi, almeno come immagine, dai propri consunti  stereotipi.
Comunque sia, i tre tenorini si son portati a casa un successo tanto annunciato (dati i presupposti), quanto in sintonia con i desiderata dei mercati dell’export canzonettaro, quelli per capirci che preferiscono i Caruso alle Cristoforetti…
Di certo in questi giorni si parla più della bagarre scoppiata tra i vecchi e i nuovi “gestori” del gruppo che non di questo dischetto; anche perché su questo non c’è molto da commentare. Le tre ugole sono oliate alla perfezione e rileggono con ardore una manciata di classici: a corredo della già vendutissima hit sanremese, il trio è andato sull’usato garantito, spaziando da Ancora di De Crescenzo anch’essa già sentita all’Ariston, a Vacanze Romane, da Piove a L’immensità; canzoni memorabili che amplificheranno le giuggiole dei conservatori, e faranno imbestialire tutti gli altri: non per specifici demeriti dei tre giovinotti (ché se non altro rispetto a una Nannini, tanto per dire, la dignità d’interpreti ce l’hanno eccome), ma perché quando si prova a comprimere la levità del pop d’autore nelle convenzioni del Bel Canto di basso profilo si finisce quasi sempre col risultare banali, melensi o ingessati, se non irrimediabilmente stucchevoli.    
 
Franz Coriasco