È passata quasi una vita dal suo album precedente. Del resto il vecchio James ha sempre avuto i suoi tempi e i suoi modi. Tanto più giustificati se si tien conto che abbiamo a che fare con un artista da cento milioni di copie vendute, e un palmares davvero invidiabile.
Ma anche stavolta l’attesa è stata ben ripagata, per quanto questo sia uno di quei dischi che almeno per quel che concerne i suoni e le atmosfere, avrebbe tranquillamente potuto uscire all’alba degli anni Settanta, quando il Nostro seppe inventarsi una personalissima via al country-rock d’autore, aggiungendogli qualche raffinatezza vagamente jazzy. Piacerà dunque ai vecchi aficionados, e ben difficilmente gliene procurerà di nuovi, ma nella sua sobria eleganza resta un gran bel lavoro.
L’approccio acustico – vellutato verrebbe da dire – di questa manciata di nuove ballate offre un’intimità crepuscolare e nostalgica lontana anni luce dagli strepiti del presente ed è proprio questo a rendere questa sua ventiduesima avventura in sala d’incisione (cui vanno aggiunte numerose antologie e qualche live) un’opera se non proprio terapeutica, almeno balsamica. Non a caso, nonostante l’aura indiscutibilmente retrò, Before this world s’è arrampicato fin sul gradino più alto delle classifiche americane: una bella soddisfazione immagino, anche per un maestro del suo livello.
Franz Coriasco