UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

JOHN LEGEND: “Love in the future” (Columbia)

Un disco ambizioso, atteso ben un lustro e costato due anni di lavoro, che conferma il signor John Roger Stephens – Legend è solo il cognome d'arte - tra i grandi della scena statunitense.
30 Settembre 2013
John è da qualche anno ormai una delle firme più in vista della nuova black-music d'autore.
Questo suo quarto album, uscito all'inizio di settembre, ma preannunciato dal singolo Who do we think we are fin da marzo, è ancora una volta segnato da un'ipotesi di gran classe di soul cantautorale. Ben 16 brani (addirittura 20 nella versione deluxe) realizzati col supporto di uno stuolo personaggi di rilievo come Kanye West, Q-Tips, Rick Ross, i Jonas Brothers, Kimbra, e molti altri.
Un disco ambizioso, atteso ben un lustro e costato due anni di lavoro, che conferma il signor John Roger Stephens – Legend è solo il cognome d'arte - tra i grandi della scena statunitense. Un creativo vero, capace di attualizzare i canoni della musica nera senza rinnegare i codici dei suoi maestri di riferimento. E infatti anche queste nuove canzoni hanno la dote, rara e preziosa, di suonare modernissime e classiche nel contempo. (Franz Coriasco)