Lorenzo l’ottimista celebra la vita – sua e quella che gli gira intorno – confezionando un album che nonostante la zampa sapiente del producer californiano Rick Rubin (uno dei più blasonati al mondo) fotografa perfettamente tutte le contraddizioni e le ondivaghe speranze dell’Italia odierna, comprese le sue.
Con quella voce un po’ così, sempre sull’orlo della stonatura e dello sbiascico, Jovanotti da Cortona è ancora una delle voci più lucide e ispirate della scena contemporanea, anche se questo nuovo album non aggiunge granché a tutto ciò che già ben conoscevamo di lui, del suo stile, del suo modo di concepire la musica e costruire canzoni.
Tante atmosfere acustiche, tante schitarrate al vento ad innervare ballate fatte alla sua maniera, e tanti suoni colorati e rappate guizzanti, nel segno di un modernismo cosmopolita e mai esasperato.
Un disco semplice e grezzo nella sua genuinità che cattura il Jovanotti di oggi, che racconta anche a quello di ieri, al quale ancora assomiglia (con qualcosa in più in profondità e qualcosina in meno in creatività), ma ben sintonizzato sul presente e sempre in curiosa attesa del Lorenzo che verrà.
(Franz Coriasco)