UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La Chiesa nel tempo dei media – Mons. Viganò ripercorre cinque decenni di storia

Nella sua storia, la Chiesa ha assunto strategie di comunicazione diverse a seconda delle epoche, accompagnandole a riflessioni la cui eterogeneità mostra le differenti preoccupazioni pastorali che di volta in volta emergevano. L’attenzione maggiormente sistematica ed organica alle comunicazioni sociali emerge con forza a partire dal Concilio Ecumenico Vaticano II.
29 Luglio 2008

Nella sua storia, la Chiesa ha assunto strategie di comunicazione diverse a seconda delle epoche, accompagnandole a riflessioni la cui eterogeneità mostra le differenti preoccupazioni pastorali che di volta in volta emergevano. L’attenzione maggiormente sistematica ed organica alle comunicazioni sociali emerge con forza a partire dal Concilio Ecumenico Vaticano II. La Chiesa al tempo dei media (Edizioni Ocd, pp.gg. 355; euro 15) di Dario Edoardo Viganò intende rintracciare, nei grandi mutamenti geopolitici internazionali e nel riverbero tutto italiano, “le coordinate dell’impegno della Chiesa nel mondo dei media, nel suo essere la comunità dei discepoli a cui il Signore ha affidato il mandato di andare e annunciare a tutto il mondo la bellezza del Regno di Dio”. Il libro di monsignor Viganò, docente di Semiotica e di Storia e critica del cinema presso la Pontificia università lateranense, dove è preside dell’Istituto pastorale Redemptor hominis, segue le scansioni decennali indicando anzitutto lo scenario geopolitica internazionale e i riflessi nella società italiana.

Segue, per ogni capitolo, la ricognizione delle riflessioni e delle strategie della Chiesa universale e della Chiesa italiana. “Gli anni Sessanta passano alla storia come l’epoca della distensione, dopo lo scongiuramento del disastro di un’apocalisse nucleare, mentre nel medesimo periodo l’Italia vive il ciclo socio-economico più felice della sua storia – spiega Viganò -. Nonostante la nascita della Tv, il cinema rimane il medium principe. Il clima di speranza trova la sua massima espressione nell’indizione e nella celebrazione del Concilio Vaticano II”. Per monsignor Viganò “ne emerge una Chiesa dal volto missionario e comunionale, fedele alla tradizione e proprio per questo impegnata a trovare forme di dialogo con il mondo intero”. Lo stesso impegno che passa attraverso l’evento epocale del Concilio con la pubblicazione del Decreto conciliare Inter Mirifica per passare all’istituzione delle Giornate mondiali delle comunicazioni sociali, e per giungere all’impegno della Chiesa italiana. Gli anni Settanta sono caratterizzati dalla “carica positiva” del decennio precedente che si esaurisce. La Chiesa continua la sua opera di evangelizzazione in piena Guerra Fredda caratterizzata dai blocchi contrapposti Usa-Urss e, in Italia, dall’assassinio di Aldo Moro, la perdita di autorevolezza dei partiti. 1l 1971 è l’anno dell’istruzione pastorale Communio et progressio e la “Chiesa italiana avvia con decisione una strategia di comunicazione con l’ampliamento del Servizio informazioni religiose” aggiunge Viganò che segue la nascita della Federazione italiana settimanali cattolici (1966) e di Avvenire (1968). Gli anni Ottanta  sono un periodo di profondo cambiamento:”Gli Stati Uniti della news era repubblicana adottano una nuova linea politica ed economica, mentre il disperato tentativo dell’Urss di attuare riforme salvifiche in un sistema di produzione e di potere ormai al collasso si rivela ben presto vano” scrive Viganò in un libro che non è solo un excursus storico legato allo sviluppo dei mezzi di comunicazione sociale, ma è soprattutto una ricerca e un approfondimento su come la Chiesa italiana, attraverso i propri media, ha promosso la sua missione evangelica nei differenti momenti storici, sociali e culturali.

La caduta del Muro di Berlino nel 1989, Tangentopoli, la scomparsa della Democrazia cristiana, l’elezione al soglio pontificio di Giovanni Paolo II sono solo alcuni passaggi storici che hanno impegnato i mass media nel racconto e nella codificazione quotidiana diretta all’opinione pubblica nazionale e internazionale. “Per il Papa i media si presentano come vero e proprio areopago dei tempi moderni – prosegue Viganò -. In questa direzione va compreso il potenziamento del Centro televisivo vaticano sia della presenza cattolica ondine”. In Italia nel 1995 si svolge il Convegno ecclesiale di Palermo e viene lanciato il Progetto culturale orientato in senso cristiano, si realizza il polo dell’emittenza televisiva dei cattolici con Sat 2000 e Radio InBlu. Gli anni Novanta si chiudono con la pubblicazione nel 1999 da parte della Commissione Ecclesiale per le comunicazioni sociali della Nota pastorale La Sala della comunità: un servizio pastorale e culturale. Seguiranno gli anni degli orientamenti pastorali dell’episcopato italiano dal titolo Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia e due tappe fondamentali per le comunicazioni sociali: il convegno Parabole mediatiche promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e dal Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei (2002) e il Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa dal titolo Comunicazione e Missione (2004).    

Vincenzo Grienti