UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La comunicazione fra incanto e disincanto

E’ nella sottile linea di demarcazione tra incanto e disincanto che si muove Agata Piromallo Gambardella, nel saggio "La comunicazione fra incanto e disincanto” (FrancoAngeli, pagg. 117; 15 euro).
1 Giugno 2010
La leggerezza e la rapidità con cui oggi l’uomo si muovo nella Rete invisibile che ingloba il mondo sembrano restituirgli il passato incanto, risuscitando quegli antichi sogni di onnipotenza che sono stati all’origine di ogni civiltà. Tuttavia, l’uomo non può dimenticare che nella sua plurimillenaria storia ha dovuto accettare il momento del disincanto come inveitabile scotto da pagare per la sua sopravvivenza. E’ in questa sottile linea di demarcazione tra incanto e disincanto che si muove Agata Piromallo Gambardella, già professore ordinario di “Teoria e tecniche delle comunicazioni di massa” presso l’Università degli studi di Salerno e attualmente professore a contratto della stessa disciplina presso l’Università suor Orsola Benincasa di Napoli, nel saggio "La comunicazione fra incanto e disincanto” (FrancoAngeli, pagg. 117; 15 euro), inserito nella collana di sociologia della casa editrice. L’esplosione comunicativa che ha invaso il nostro universo ha origini lontane ma oggi, soprattutto grazie alle nuove tecnologie, ha subito una crescita esponenziale che ha profondamente mutato lo spazio di vita e le aspettative dell’uomo contemporaneo. La ricerca della felicità, anche se “paradossale”, spinge a un consumo mediatico sempre più esteso, mentre la cultura è diventata lo specchio in cui si riflettono le icone del nostro tempo, potenti “marcatori semiotici” in grado di creare senso di appartenenza, condivisione d’intenti, espansione del desiderio. Tuttavia ci si domanda se sia possibile porre un limite a questa emanazione ininterrotta di immagini, suoni, parole che sono alla base di quel “reincanto” del mondo teorizzato da Maffesoli. Se l’informazione è soprattutto messa-in-forma, essa non potrà sfuggire al “disincanto” di una regola, in grado di ridisegnare lo spazio comunicativo all’interno del quale gli uomini possano più facilmente oltrepassare l’esistente, senza, però, scivolare nella deriva dell’insignificanza, dell’informe, in una parola dell’entropia. Non mancano nel volume della Piromallo Gambardella i riferimenti all’etica in rapporto a una “deriva mediatica” caratterizzata da uno sviluppo frenetico delle comunicazioni di massa, alla loro crescita esponenziale, soprattutto con l’avvento delle nuove tecnologie.   
 
"La comunicazione fra incanto e disincanto"
Agata Piromallo Gambardella
Francoangeli
pagg. 117
euro 15