UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

La sfida educativa

Mette in guardia dai rischi e mostra tutte le potenzialità dei mass media il capitolo 8 de La sfida educativa (editrice Laterza), un volume promosso dal Comitato per il progetto culturale della Cei che approfondendo i temi legati all’educazione si sofferma ampiamente sui mezzi di comunicazione sociale che, se utilizzati dagli agenti di socializzazione, come si dovrebbe possono educare.
5 Ottobre 2009

Tra educazione e comunicazione c’è uno stretto rapporto, un rapporto originario, poiché si educa comunicando. La relazione educativa avviene attraverso le parole, i gesti, le azioni nella comunicazione interpersonale, ma si serve anche di linguaggi e canali comunicativi artificiali, a partire dalla scrittura fino ai moderni media audiovisivi e telematici. Al tempo stesso ci si educa a comunicare. La capacità di comunicare affonda le sue radici nella specificità della nostra natura, nella nostra facoltà di riconoscere e comunicare i significati attraverso il linguaggio e altri sistemi di segni, ma essa deve essere coltivata, diviene oggetto di un apprendimento nella relazione con gli “altri importanti” (genitori, insegnanti, amici) e via via con le persone che incontriamo nelle cerchie sociali e nei contesti in cui siamo inseriti. Mette in guardia dai rischi e mostra tutte le potenzialità dei mass media il capitolo 8 de La sfida educativa (editrice Laterza), un volume promosso dal Comitato per il progetto culturale della Cei che approfondendo i temi legati all’educazione si sofferma ampiamente sui mezzi di comunicazione sociale che, se utilizzati dagli agenti di socializzazione, come si dovrebbe possono educare. “Nell’educazione e in ogni forma di apprendimento sociale un ruolo fondamentale è assunto dall’esempio – si legge nel capitolo dal titolo Mass media -. Ne siano consapevoli o meno, i genitori costituiscono dei modelli per i loro figli, gli insegnanti per i loro allievi, i lavoratori anziani per i più giovani”. Un aspetto, questo che permette di identificare il senso profondo di ogni rapporto educativo. La genesi dei valori in noi ha sempre una natura imitativa. Il bambino apprende i valori vedendoli incarnati nella figura dei genitori e di altre persone che ama e ammira. E’ una figura umana concreta con cui si è in rapporto che rende visibili i valori e li rende persuasivi. Anche i media propongono delle figure di personaggi reali o immaginari con cui paragonarsi e dei modelli di valore e di comportamento. La forza dei media nel proporre questi modelli dipende da tre aspetti. Innanzitutto sono circondati da un alone di prestigio e conferiscono prestigio a ciò di cui si occupano. In secondo luogo alimentano la nostra conversazione quotidiana, forniscono cioè la materia dei nostri discorsi e del nostro sapere condiviso. Un terzo aspetto è costituito dal realismo dei media audiovisivi e della Tv in particolare, che fa sì che gli studiosi parlino di relazione “para-sociale” o di “intimità non reciproca a distanza”. Tematiche interessanti su cui riflettere non solo ai fini dell’educazione, ma anche per comprendere il variegato mondo dei media, compreso quello di ultima generazione rappresentato dai così detti social network.

 

(vincenzo grienti)