Sesto capitolo nell’avventura discografica della signora Germanotta. Un album nel segno del divertissement in salsa glamour, ben espresso dal duetto con Ariana Grande nel singolo Rain on me, uno degli hit assoluti dell’imminente estate.
Un’uscita attesa che promette risultati da capogiro, e poco importa per il presunto plagio di un brano che strizza un’occhiata un po’ troppo insistita a un vecchio hit di Madonna. A dare il segno degli sforzi profusi anche le collaborazioni con Elton John e le emergenti Blackpink, una nuova linea di merchandising, e la versione in vinile colorato in vendita sul suo sito.
Reduce dal concerto-virtuale a favore dell’OMS da lei ideato e organizzato, Lady Gaga si reimmerge in un nuovo mondo sonoro e questo Chromatica è – sono parole sue – “una bella astrazione della mia percezione del mondo. Tutto il disco – aggiunge - ruota intorno ad un interrogativo: come posso tornare a relazionarmi con le persone?”. Si riferisce innanzi tutto al suo status di superstar del pop, una delle donne – e delle griffe - più famose del mondo. A giudicare dalla copertina, direi che la strada scelta non parrebbe delle più adeguate.
Quanto al disco è un inno alla gioia, nel senso più internazional-popolare e commerciabile della definizione. Gioia come divertimento di massa, movida danzante per orecchie e corpi imbolsiti. Lei lo vorrebbe come antidoto alle depressioni da coronavirus, ma è certo più un analgesico che una terapia. Di certo c’è che questo ennesimo trasformismo vagamente schizofrenico dal punto di vista stilistico e contenutistico tira parecchio verso l’ecosistema dance: tenendo conto che le discoteche saranno le ultime a riaprire, una mossa non proprio fortunata. Ma queste nuove canzoni tracimanti d’elettronica e ritmi plastificati sono comunque destinate ad accompagnarci a lungo.
Franz Coriasco