UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

MAROON 5 “V” (Universal)

Questo quinto album di studio arriva sull’onda dell’ultimo fortunato tour. Adam Levine e i suoi non cambiano la formula di sempre: un’ipotesi di pop-rock che ha il suo indubbio punto di forza nella vocalità falsettata e in una sapiente miscela di energia e immediatezza melodica. Questo V ha tutto ciò che serve per continuare a farli funzionare in radio e per piacere ai loro estimatori, sia quando snocciola ballatone romanticheggianti, sia quando strizza l’occhio al mainstream rock.
29 Settembre 2014
                 Adam Levine e i suoi erano partiti fortissimo, con un album di debutto, Song about Jane pubblicato nel 2002, che non solo li aveva subito sparati nell’olimpo delle nuove stelle del pop-rock, ma aveva fatto gridare al miracolo buona parte della critica planetaria.
            Poi, come spesso accade in questi casi, il successo ha un po’ cristallizzato stile ed idee, e la band ha smarrito parte dello smalto iniziale pur continuando ad offrire opere di buon livello, ma senza più il supporto di buona parte dei critici musicali. Questo loro quinto album di studio arriva sull’onda dell’ultimo fortunato tour (50 milioni di dollari in biglietti venduti). Adam Levine e i suoi non cambiano la formula di sempre: un’ipotesi di pop-rock che ha il suo indubbio punto di forza nella vocalità falsettata del Nostro e in una sapiente miscela di energia e immediatezza melodica. Questo V ha tutto ciò che serve per continuare a farli funzionare in radio e per piacere ai loro estimatori, sia quando snocciola ballatone romanticheggianti, che quando il quartetto di Los Angeles strizza l’occhio al mainstream rock. Un tempo tutto ciò venivo definito “hard drivin’ stuff” (roba da sparare in autoradio durante un lungo viaggio), e direi che la definizione ben s’adatta anche queste nuove canzoni. (Franz Coriasco)