Uno degli artisti più carismatici, longevi ed eclettici, della scena partenopea è appena tornato in tivù con un nuovo show personale: 4 puntate per altrettanti sabati sera che serviranno soprattutto a promuovere questo nuovo album, di fatto la seconda tappa di un appassionato e rigoroso percorso di riscoperta dei grandi tesori della canzone napoletana.
Questa volta il Nostro s’è tuffato in un mare di jazz (con complici del calibro di Mauro Pagani, Enrico Rava, Stefano Di Battista, e Rita Marcotulli) per ridar colore e passione a una manciata di classici compressi in un ventennio di storia. Brani che non han perso un grammo dello splendore originale, ma che anzi la raffinatezza delle atmosfere rende ancor più ammaliante. Malià significa “magia”, “incantesimo”, ed è proprio un’aura di soffusa meraviglia che avvolge questa dozzina di gioielli selezionati per l’occasione: da Nun è peccato a Tu vo’ fa l’americano, da Anema e Core alla conclusiva Resta cu mme; brani famosissimi (ma anche qualche delizia poco nota), meravigliosamente reinventati da un manipolo di grandi musicisti e da una voce che gli anni han raffinato e reso più crepuscolare e a tratti simpaticamente insolente, ma sempre accalorata. Interpretazioni di gran classe, per buona parte registrate in presa diretta per non mortificarne l’immediatezza e la genuinità.
Un grande ritorno, per uno degli ultimi grandi del “made in Neapolis” dell’era aurea. (Franz Coriasco)