Il cantautore romano è, tra “i sanremesi” di quest’anno, uno di quelli che sta traendo i maggiori benefici dalla vetrina festivaliera. Merito della rinnovata ispirazione che ha fatto germogliare le dieci nuove canzoni di questo suo ottavo capitolo discografico.
Sotto casa non è un capolavoro, ma convince fin dal primo ascolto per la freschezza che emanano le strutture compositive e gli arrangiamenti, per il parlar diretto delle liriche, per quell’aura di disincantata antiretorica che è sempre stata la forza e la cifra della sua originalità stilistica. Max si conferma un sapiente centrifugatore d’idee, capace di prender spunti da Battiato come da Jovanotti, da Rino Gaetano a Niccolò Fabi e Bersani: ma ributtandoli fuori aggiungendogli molto di suo.
Un disco solo apparentemente semplice, giacché sotto la scorza e le sue estroversioni nasconde un’anima inquieta e tematiche complesse. Anche per questo occorrono più ascolti per scoprire tutte gli strati che lo compongono.
(Franz Coriasco)