È una delle più belle sorprese di quest’anno per quel che riguarda il cantautorato femminile nostrano. Mimosa Campironi è nata a Pavia nell’86, ma da tempo fa base a Roma. Una formazione classica (ha studiato canto e pianoforte al Conservatorio di Milano), poi le prime esperienze di recitazione giostrandosi tra teatro, cinema e fiction televisive.
In questo suo notevole album di debutto canta e racconta soprattutto di donne: che lavorano e che lottano, che amano o sbagliano troppo, vittime di violenze inaudite e segni di speranza; sono loro l’esercito che s’appresta a combattere la terza guerra mondiale cui fa riferimento il titolo della title-track: provando a sovvertirne regole e prospettive, con lucidità e sentimenti molto femminili naturalmente, ma anche con la perfetta coscienza del ruolo nevralgico – da oggetti a soggetti per intendersi - che sono chiamate a giocare nella società contemporanea.
Il disco, molto ben prodotto da Leo Pari, offre undici canzoni piene di spunti poetici, ma anche di richiami al presente. Ballate pianistiche e qualche venatura rock regalano freschezza, personalità e modernità ad un’opera prima meritevole d’attenzione, e auspicabilmente, d’avere un seguito…
Franz Coriasco