UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

NICK CAVE: “Push the sky away” (Kobalt)

Cave ha di nuovo centrato il bersaglio catturando l’anima di questi tempi intasati d’inquietudine; queste nuove canzone trasudano d’umori ondivaghi, ricerche interiori ed esteriori: le rime e gli ossimori cooperano a disegnare panorami sfuggenti che ben esprimono lo smarrimento di un mondo incapace di risolvere i propri enigmi.
18 Marzo 2013
A cinque anni dall’ultimo lavoro firmato insieme ai fedeli Bad Seeds, il tenebroso cantautore australiano (ma da tempo trapiantato in Inghilterra) è tornato nell’arena discografica.
Cave ha di nuovo centrato il bersaglio catturando l’anima di questi tempi intasati d’inquietudine; queste nuove canzone trasudano d’umori ondivaghi, ricerche interiori ed esteriori, ma che raramente sfociano in scoperte tangibili o in verdetti oggettivi. Da tempo Nick ci ha abituato a una sua personalissima “mistica” dove i suoni, le metafore, le rime e gli ossimori cooperano a disegnare panorami sfuggenti che ben esprimono lo smarrimento di un mondo incapace di risolvere i propri enigmi. I suoni asciutti ed essenziali del rock-blues, ballate scure, ma riscaldate qua e là da coralità dolcissime. L’impatto è talmente possente e fascinoso che invita davvero ad immergersi nelle atmosfere e fra le pieghe di queste canzoni: non per trovare soluzioni, ma per meditare sui problemi che nascondono e specchiarsi nelle loro ansie, che spesso, sono anche le nostre. (Franz Coriasco)