Un gran bel disco: fresco, immediato, moderno; agganciato alla tradizione e all’imprinting di questa band statunitense, ma anche capace di rinnovarne gli orizzonti.
Elettronica incrociata spesso e volentieri a chitarrismi quasi neo-folk, a conferma dell’eclettismo di un gruppo capace di ospitare in sala d’incisione tanto un duo hip-hop modernista come Cassius, quanto un mito del multietnico come Peter Gabriel.
I solchi (sedici tracce in tutto) esalano aromi che riportano ai Simple Minds e degli U2 più addomesticati, ma anche l’estroversione piaciona di tante pop-band contemporanee; del resto il front-man Ryan Tedder è anche un autore di gran lusso avendo già messo la propria fertile penna al servizio di popstar del livello di Beyoncé, Adele e One Direction.
Ma se è vero che tutto l’album conferma la capacità della band del Colorado di assemblare canzoni con melodie di grandissimo appeal, svela anche, qua e là, una certa propensione rockettara o vagamente dance. In ogni caso uno dei dischi più trendy di questa stagione.
(Franz Coriasco)