UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Parrocchia San Francesco alla Rizzottaglia : una presenza online differenziata e integrata

L’uso dei social da parte della parrocchia San Francesco alla Rizzottaglia a Novara è un bell’esempio di come social network e piattaforme di sharing possano essere utilizzate con successo per arricchire la vita della comunità parrocchiale.
16 Giugno 2016

L’uso dei social da parte della parrocchia San Francesco alla Rizzottaglia a Novara è un bell’esempio di come social network e piattaforme di sharing possano essere utilizzate con successo per arricchire la vita della comunità parrocchiale. Una pagina Facebook, alcuni gruppi Facebook chiusi, Google Drive e più recentemente un canale Telegram raccontano una presenza online differenziata e allo stesso tempo integrata. Una presenza attraverso la quale è possibile condividere materiali (video e foto in primis), fornire informazioni relative alla parrocchia (orari delle messe, contatti del parroco e della parrocchia) e soprattutto rafforzare i legami fra gli stessi parrocchiani.
Mentre la pagina Facebook è rivolta a tutti e rende conto della vitalità della parrocchia, i gruppi chiusi sono utilizzati soprattutto con i giovani allo scopo di alimentare la partecipazione intragruppi. Insieme ai video prodotti dai ragazzi ad esempio in vista della Gmg di Cracovia o per il Grest, gli amministratori della pagina condividono i link ai materiali caricati su Google Drive (i testi delle letture e il calendario degli eventi e degli appuntamenti della settimana), commenti alla Scrittura, alternando riflessioni sui social media.
La presenza della parrocchia è una presenza perfettamente integrata fra online e offline, come spiega il parroco don Marco Rondonotti, anch’esso presente in rete su diversi canali: “attraverso la rete siamo riusciti a promuovere progetti educativi per i ragazzi e un progetto di riqualificazione di un quartiere della nostra città”. La scelta delle piattaforme non sembra essere lasciata al caso: “La scelta di Telegram è stata pensata in alternativa ai gruppi di Whatsapp che spesso hanno il rischio di un eccesso di messaggi in risposta ad altri con un effetto di spam”.
Insomma, in questo caso la pagina Facebook,  Google Drive, Telegram riescono a creare comunità, senza tralasciare le finalità informative che un tempo erano demandate esclusivamente al sito web parrocchiale. L’esperienza della parrocchia di don Marco Rondonotti è significativa e dovrebbe indurci a riflettere su quali possano essere le scelte migliori di presenza in rete della specifica realtà locale nella quale viviamo, alla luce degli obiettivi che intendiamo perseguire. Oggi le scelte possono essere tante, basti pensare alle tante piattaforme disponibili, quali ad esempio Twitter, Instagram o Snapchat oltre a quelle già citate, con il rischio di frammentare e vanificare gli sforzi di comunicazione. L’importante è ponderare bene, differenziare l’offerta così da raggiungere diversi tipi di utenti e organizzare un progetto di presenza online il più possibile integrata.

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