A quattro anni dall'album precedente, la banda torinese è riapparsa sui mercati con questo concept-album che racconta i vari passaggi di una storia d’amore, dal suo aurorale manifestarsi fino al suo estinguersi.
Da qui una prima considerazione: in un periodo in cui gran parte dei mercati discografici sono guidati dai singoli, optare per un progetto complesso, composito e articolato come questo è già di per sé un piccolo atto di coraggio.
Ventitré frammenti per settanta minuti di musica che certificano la vitalità del gruppo, e il disincanto che accompagna questa fase delle loro carriera. Se per quel che concerne i testi le canzoni sono dense, complesse, e giocano sull'impossibilità di una definizione dell’amore e dei suoi contrari, stilisticamente l’album è asciutto e piacente, con poca elettronica e un’impostazione che avvicina il sound ai canoni della canzone d’autore internazionale, in suadente e calibrato equilibrio tra energia rock e melodismo pop.
Un'ora e dieci di buone canzoni, gradevoli anche se ascoltate senza seguire la parabola narrativa attraverso la quale si srotola l’opera. In ogni caso un ottimo album, che conferma il quartetto piemontese tra le realtà imprescindibili del rock italiano di questi ultimi vent'anni.
Franz Coriasco