Ce ne ha messo di tempo, il principino di Minneapolis, per tornare ad affacciarsi sui mercati. In compenso è tornato con ben due dischi, pubblicati in contemporanea ma separatamente il 30 settembre: per la Warner, con la quale era entrato in rotta di collisione nel ’96.
Anche per questo la doppia operazione ha in effetti il sapore di un ritorno a casa: l’impatto e la formula stilistica sono infatti quelli che l’han reso uno dei grandi della musica nera fin dalla seconda metà degli anni Settanta: un sapiente, furbissimo, e a tratti geniale mix di pop, rock elettronico e funky.
I suoi falsetti, i suoi groove elettronici,le sue acrobazie chitarristiche, i suoi arrangiamenti spettacolari, han fatto scuola e continuano a intrigare gli amanti del modernismo black. Ma si tratta di due album piuttosto diversi, almeno nell’impostazione: Art Official Age è a tutti gli effetti un lavoro solista realizzato col solo supporto del produttore Joshua Welton, mentre il più energico Plectrumelectrum è invece co-firmato e supportato dal trio tutto femminile delle 3rdeyegirl che l’ha accompagnato nel corso del suo ultimo tour. Nel complesso due album di pregevole fattura a confermare che il black pop ha ancora bisogno della sua rutilante creatività, almeno quanto il Nostro necessiti dello show-business per sentirsi vivo.
(Franz Coriasco)