UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

RENATO ZERO: “Alt” (Tattica)

Un disco serio e a tratti duro come l’espressione che indossa in copertina, ma in parecchi episodi sono i toni da predicatore o da capopopolo ad appesantirne l’impatto e a svaporarne la poesia.
26 Aprile 2016

Il Renatone nazionale si riaffaccia sui mercati discografici con un disco atteso da tre anni. Gli amati sorcini cresciuti sulle sue canzoni continueranno ad amarlo a prescindere, beandosi di quel suo inconfondibile populismo cantautorale come di quel mix di ruspanteria borgatara e glamour da sciantosa pop che continuano a restare la cifra essenziale del suo stile, sia pure  con molta più morigeratezza rispetto al passato. Gli anni insomma passano per tutti e lasciano segni e cicatrici: di fatto la vera materia prima per gli artisti d’ogni epoca.
Musicalmente questo Alt – il suo 28esimo album senza contare i live - ha il sapore di uno zibaldone pop ben confezionato, ma stavolta le atmosfere sonore sembrano poco più che il supporto necessario ai testi. Su tutto impera il solito istrione alle prese con una nuova turbinosa girandola di sentimenti e malinconie: con una vena misticheggiante più spiccata del solito, ora venata di sociologia spicciola, ora alternata a chiari riferimenti “politici”, ora infibulata di fremiti romantici.
Tanta - forse fin troppa - carne al fuoco (lavoro, ecologia, arte, politica, amore); lo Zero collezione 2016 racconta la crisi valoriale in corso col semplicismo consueto, ma anche con la capacità di esprimere gli umori elementari della pancia del Paese. Un disco serio e a tratti duro come l’espressione che indossa in copertina, ma in parecchi episodi sono i toni da predicatore o da capopopolo ad appesantirne l’impatto e a svaporarne la poesia. (Franz Coriasco)