UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

ROSSANA CASALE: “Round Christmas” (Egea)

Non è più una ragazzina la milanese Rossana Casale. Ma ha ancora una voce straordinaria, e classe interpretativa da vendere. Anche quando, come in questo caso, sceglie di cimentarsi con una manciata di classici natalizi. L’aveva già fatto nel 2009 pubblicando Merry Christmas in jazz, e ci riprova oggi, ancora una volta autoproducendosi, e col […]
19 Dicembre 2016

Non è più una ragazzina la milanese Rossana Casale. Ma ha ancora una voce straordinaria, e classe interpretativa da vendere. Anche quando, come in questo caso, sceglie di cimentarsi con una manciata di classici natalizi.

L’aveva già fatto nel 2009 pubblicando Merry Christmas in jazz, e ci riprova oggi, ancora una volta autoproducendosi, e col supporto del suo quartetto jazz. Rispetto al precedente qui la scelta risulta più raffinata e meno prevedibile. C’è per esempio Chocolate Jesus firmata da quel poeta dell’irregolare che è Tom Waits, c’è Le Noël de la rue dell’indimenticabile Edith Piaf, e ancora, Se eu quiser falar com Deus di Gilberto Gil, Le Pére Noël et la Petite Fille di Brassens, e C’est Noël, Mamie di Henry Salvador…

Uno splendido esercizio interpretativo che viaggia tra guizzi bossanova, echi da bistrot parigino o da piccolo jazz-club americano, e non manca anche qualche composizione inedita, come la title-track che porta anche la sua firma.

Se siete di quelli che non sopportano i cliché e la mercificazioni consumiste del Natale, queste atmosfere fanno per voi: perché sotto la raffinatezza di queste note ritroverete il calore e la soffusa intimità di una festa del cuore, e anche gli struggimenti di chi – coattamente o per scelta – questo Natale lo passerà in solitudine: “E’ sicuramente un Natale dove non possiamo girare la testa dall’altra parte –scrive l’inossidabile Roxy sul suo sito - dove dobbiamo essere presenti e seri nel vivere. Questo non vuole dire essere tristi ma anzi, come ci insegna il blues, vuole dire guardare in faccia il dolore. E’ un Natale dove c’è il bene ma c’è anche il male e bisogna usare tatto e intelligenza per dirlo. Dove, al di là delle vetrine illuminate, ci sono tante storie da raccontare, quelle vere e quelle immaginate, quelle col sorriso e quelle a denti stretti”.

(Franz Coriasco)