UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

SALMO: “Playlist” (Sony Music)

Non c’è niente da fare: è un periodo che i rapper dominano le classifiche, in Italia come in gran parte d’Occidente...
14 Gennaio 2019

Non c’è niente da fare: è un periodo che i rapper dominano le classifiche, in Italia come in gran parte d’Occidente. Sul gradino più alto questa settimana c’è Playlist, ultima avventura in sala d‘incisione di questo rapper sardo, classe 1984.

Il format è quello ormai assodato: rime al vetriolo, selfie verbali su realtà, derive e degradi d’ogni sorta, scampoli di sociologia spicciola applicata alle inquietudini che ci circondano.

Il disco è ben concepito e strutturato, il suddetto ha talento, grinta, e carisma bastante ad acchiappare consensi trasversali. Il problema è quel che lascia quando s’arriva al fondo: un senso di disillusione sterile e d’impotenza. Suggestioni e provocazioni comuni a tanti colleghi, forti sui j-accuse e meno sulle ricette, bravi ad irridere gli andazzi, molto meno a proporre comportamenti, atteggiamenti e strategie in grado di fornirne alternative credibili. Salmo, così come gli illustri ospiti di questa sua sesta scorribanda discografica (tra gli ospiti figurano  Sfera Ebbasta, Nitro, Nstasia e Coez), è un predicatore postmoderno che con furbizia riesce a sbeffeggiare il Sistema pur essendone perfettamente integrato. Un lucroso sensazionalismo costruito con indubbio mestiere: per dirci l’aria che tira (come se non lo sapessimo), ma che a conti fatti risulta lo specchio deformato di un presente disincantato, orfano di modelli di riferimento morali credibili, almeno a livello mediatico. Certo alla musica (e figurarsi alle canzonette) non è necessariamente richiesto questo, ma se ogni tanto anche questi artisti si ponessero almeno il problema non sarebbe male. Vent’anni fa se ne andava il grande De Andrè: ecco, alla fine di un disco come Playlist ne sento ancor più la mancanza… Ma poi chi lo sa? Magari a Faber ‘sto disco sarebbe piaciuto e mi darebbe del nostalgico...

Franz Coriasco