C’è una nuova stella che brilla nel sempre rutilante firmamento del rap italiano. Il giovane Gionata Boschetti, in arte Sfera Ebbasta, arriva dall’hinterland milanese e precisamente da Cinisello Balsamo.
Un ragazzo di periferie – anche esistenziali come ama definirle papa Francesco – ma con poco da spartire col degrado valoriale e gli umori ombrosi di molti suoi coetanei cresciuti in crogiuoli sociali simili. Epperò non sfugge alle inquietudini della sua generazione: quella dei millenials e dei “cervelli in fuga” da condizioni esistenziali dove l’essere giovani non rappresenta più l’eldorado d’un tempo.
Parla, canta, scrive e pensa da quel ventenne talentuoso che è: in modo semplice e diretto, semplicista talvolta, ma spesso in grado d’arrivare ai noccioli dei problemi in un paio di strofe. Stradaiolo nel lessico, ma senza quel gusto per la provocazione fine a se stessa.
Dopo l’esordio del 2015 per una minuscola etichetta, adesso il Nostro deve vedersela col ben più trappoloso mercato di serie A, quello delle majors: da sempre la sfida decisiva, esaltante e pericolosa insieme, specie per chi ci arriva partendo dal basso come lui. Confrontando i due lavori si direbbe che al momento il giovanotto sia riuscito a preservare il proprio stile senza ammosciarlo. Certo ancora molta strada gli manca per arrivare alla piena maturità espressiva, ma la stoffa c’è, e il Tempo è tutto dalla sua.
Franz Coriasco