L’occhialuto cantautore romano galleggia ancora a mezza via tra le vette dei grandi maestri del nostro cantautorato e le dignitose colline degli onesti artigiani del pop italico.
Prende un po’ da tutti, mescola, rielabora, ma spesso riesce anche ad aggiungere al piatto aromi e ricette che sono solo sue.
L’ultimo Sanremo ne ha rafforzato popolarità e personalità, e l’impressione trova conferma in questo suo nuovo lavoro dove il nostro offre 13 delicati acquerelli, in precario equilibrio tra le profondità della canzone d’autore, il gusto picaresco tipico dei format del “teatro canzone”, e la levità antiretorica di quella che s’usa definire “poesia del quotidiano”.
Un disco gradevole, ben strutturato, ed anche simpatico nella sua semplicità un po’ naive. (Franz Coriasco)