Jim Kerr e sodali sono stati tra i massimi esponenti del pop elettronico degli anni Ottanta e primi Novanta. Hanno venduto più di 60 milioni di dischi, ma mancavano all’appello discografico da un lustro, il che rende già di per sé questo nuovo album un piccolo evento.
La dozzina di nuove canzoni della band scozzese riannoda una trama antica, intessuta su quell’energia rock, impegno socio-politico e un po’ di misticismo che negli anni belli li vedeva duellare con gli U2.
In questa sedicesima avventura in sala d’incisione il quintetto di Glasgow scodella un album bello carico, sorretto dall’elettronica e da testi intensi. Un lavoro insomma fatto apposta per mandare in sollucchero i vecchi fans, per quanto sia lontano i fasti dei loro capolavori, soprattutto quel New Gold Dream che nel 1982 li consacrò tra i grandi del rock europeo. Ciò nonostante questo Big Music è probabilmente il loro miglior disco da almeno vent’anni: il tempo ci dirà se dovremo ricordarlo come l’inizio di un rilancio o solo come l’estemporaneo ritorno di un gruppo malato di nostalgia.
Franz Coriasco