Socialitude. Un neologismo. Una parola carica di senso. Un’espressione simbolica. Ma soprattutto un modello per capire cosa è l’uomo oggi. Un uomo che trova nella socialità e nella solitudine (da qui il termine socialitude) quelle condizioni che lo caratterizzano e lo esprimono nei principali ambiti della sua esistenza come famiglia, scuola, amicizie e intimità. Un’esistenza che, secondo l’autore del libro, il sacerdote e teologo Vincenzo Marinelli, è anzitutto comunicazione. Per questo motivo il volume (edito dalla Lateran University Press) affronta la disciplina comunicativa in modo interdisciplinare e arriva a una conclusione importante: la comunicazione per essere autentica e responsabile deve farsi prossima. La prossimità, quindi, diventa non solo sinonimo del nostro comunicare ma quello spazio da costruire e in cui riflettere se stessi. Perché i media – scrive Massimiliano Padula nella prefazione del libro – altro non sono che «proiezioni dell’umano, traslati della qualità etica degli individui, riverberi di bellezza o un diffusori di ambiguità».
L'autore
Vincenzo Marinelli ha conseguito la licenza in “Antropologia teologica” presso la Facoltà Teologica Pugliese ed è attualmente dottorando di ricerca in Teologia pastorale (specializzazione in Teologia della Comunicazione) presso la Pontificia Università Lateranense.
Presbitero della diocesi di Molfetta – Ruvo – Giovinazzo – Terlizzi e collaboratore dell’Ufficio comunicazioni sociali, è autore di articoli e sussidi con particolare riferimento ai temi della liturgia, della catechesi, della comunicazione, dell’educazione e della pastorale.
Socialitude. Comunicazione come prossimità
Autore: Vincenzo Marinelli
Editore: Lateran University Press (LUP)
Pagine: 144
Prezzo: € 15