UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“…soprattutto: niente giornalisti!”

“…soprattutto: niente giornalisti!” è il titolo di un interessante pamphlet di Jacques Derrida, tra i maggiori filosofi francesi del XX secolo che è anche il titolo di un importante appuntamento culturale promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali insieme al Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei, previsto per febbraio 2009 e inserito nel calendario promosso in occasione della celebrazione dell’Anno Paolino indetto da Benedetto XVI.
1 Dicembre 2008

“…soprattutto: niente giornalisti!” è il titolo di un interessante pamphlet di Jacques Derrida, tra i maggiori filosofi francesi del XX secolo che è anche il titolo di un importante appuntamento culturale promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali insieme al Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei, previsto per febbraio 2009 e inserito nel calendario promosso in occasione della celebrazione dell’Anno Paolino indetto da Benedetto XVI. Il punto di partenza del volumetto, il primo di una serie di otto pezzi brevi, edito dall’editrice Castelvecchi (pp.gg. 75, Euro 8.00) è un paradosso. Derrida immagina il giorno in cui Dio invoca Abramo per il sacrificio di Isacco. Data la delicatezza della “situazione” e dell’incarico, la prima preoccupazione è che la cosa non assuma i toni di una notizia di cronaca:”Mi raccomando Abramo: questa volta niente giornalisti!”. Parte da qui il filone concettuale anche un po’ divertito sul fatto che le cose serie della vita e del pensiero non possono né essere divulgate dai giornali, né raccontate ai tanti consiglieri e confessori di cui è piena la vita moderna. “E’ certo apoditticamente dimostrato, verificabile, che Dio abbia voluto dire questo, che abbia voluto significarlo, indipendentemente dal fatto che l’abbia o meno articolato – scrive Derrida -. E tutto ci fa capire che Abramo l’avesse compreso perfettamente, dal momento che si preparò a obbedire”. Dunque niente mediatori, nessun media nella questione che condurrà al sacrificio di Isacco:“E’ necessario che la prova che ci tiene uniti non diventi notizia. E’ necessario che questo evento non diventi una notizia. Né buona, né cattiva”. Ma notizia, spiega il filosofo francese, lo sarebbe stata infine nella storia come storia. Ma proprio come nei media, è difficile stabilire chi sia stato il primo testimone responsabile della sua emissione e diffusione. “Tutte le guerre che sono seguite sono state innescate dall’importanza di questa notizia!” scrive Derrida che specifica:”Si era pensato di chiamare questo mio intervento, se non sbaglio, Le nuove nuove. Era necessario dunque che quel determinato evento, l’alleanza assolutamente segreta e incondizionata tra Dio e Abramo, tra Abramo e Dio, non divenisse mai una notizia, e dunque una informazione”. Lasciamo che questa storia aleggi su di noi: niente “buone nuove” in un evento che resta il più importante per le tre religioni abramitiche.