UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

STROMAE “Racine Carrée” (Universal)

Non ancora trentenne Stromae incarna e racconta molte delle inquietudini della sua generazione, spaziando dai rapporti famigliari alla droga, dal razzismo ai rapporti fra i sessi, dall’emigrazione al degrado delle periferie metropolitane. Se saprà reggere e gestire le pressioni del successo, il pop europeo avrà presto a che fare con un artista imprescindibile.
3 Marzo 2014

La sua apparizione a Sanremo ha lasciato il segno, consentendo a questo giovanotto di Bruxelles (ma con un padre ruandese tragicamente scomparso nel ’94 durante il genocidio) di entrare a buon diritto tra i personaggi più promettenti dell’anno. Talento, creatività, e personalità non mancano a questo giovane maudit  che da un lato evoca la tradizione dei Brel e degli Aznavour,  e dall’altro centrifuga con intelligenza e forza poetica i linguaggi della sub-cultura hip-hop, dell’afro-beat e del pop elettronico. Un disco pieno d’idee, moderno ed estroverso, ma anche capace di confrontarsi con tematiche impegnative, non di rado a sfondo sociale. Non ancora trentenne Stromae (vero nome Paul Van Haver) incarna e racconta molte delle inquietudini della sua generazione, spaziando dai rapporti famigliari alla droga, dal razzismo ai rapporti fra i sessi, dall’emigrazione al degrado delle periferie metropolitane. Se saprà reggere e gestire le pressioni del successo, il pop europeo avrà presto a che fare con un artista imprescindibile.  (Franz Coriasco)