Gli intriganti falsetti del cantante Tim Harrington sono il tratto saliente di questo duo di Boston. Questo loro nuovo album è stato preceduto dalla pubblicazione di quattro singoli usciti nei mesi scorsi.
Una bella alternanza di ballate sognanti e qualche parentesi più sostenuta, nel segno del synth-pop odierno, sono quanto troverete in questo dischetto gradevole, radiofonico che ha il solo limite di suonare un po’ dejà vu.
Paul Wright e Tim Harrington stanno intrigando la critica di mezzo mondo e hanno già superato i 130 milioni di streaming, e suonato a supporto di personaggi più famosi come Ben Folds e i Cake, artisti che dimostrano evidente parentele e affinità di gusti coi due. Ovviamente questo disco prelude all’avvio di un tour che dovrebbe consolidarne ancor più la fama e il credito anche al di fuori dei patri confini.
Formatisi nel 2009, sono stati accostati in passato alla scena indie, e in particolare a gente come Fleet Foxes, Arcade Fire e Bon Iver, e non a casaccio, giacché l’approccio è simile: siamo nel solco della più perfetta ortodossia pop-rock (o electro-folk, se preferite), quella basata più sull’artigianato che sugli effetti speciali o il blasone. Se cercate un dischetto piacevole e non impegnativo, buttate l’orecchio a questa loro sesta scorribanda in sala d’incisione: probabile che vi conquisti.
Franz Coriasco