UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

THE STROKES: “Comedown Machine” (Rca)

La band di Julian Casablancas è una delle griffe fondamentali del cosiddetto indie-rock contemporaneo: in questo loro discreto quinto album s'intuiscono soprattutto le potenzialità non ancora espresse. Una quarantina di minuti di rock dove s'alternano riferimenti al dancefloor e all'electro-rock degli anni Ottanta e a certo garage-rock più recente.
13 Maggio 2013
La band di Julian Casablancas è una delle griffe fondamentali del cosiddetto indie-rock contemporaneo. Nello scorso decennio hanno scritto pagine importanti, e con colleghi come Interpool, Libertines, e Phoenix, sono ancora tra i punti di riferimento di quest'ambito e una delle formazioni più trendy in circolazione.
In questo loro discreto quinto album s'intuiscono soprattutto le potenzialità non ancora espresse. Una quarantina di minuti di rock dove s'alternano riferimenti al dancefloor e all'electro-rock degli anni Ottanta e a certo garage-rock più recente. Più rilassato a meno ruggente del predecessore, questo album risente della popolarità (e dunque delle pressioni) raggiunta dal quintetto newyorkese. Anche per questo l'album non raggiunge i picchi creativi di quel Is This It, il formidabile debutto che nel 2001 li impose sulla ribalta internazionale e che resta ancora la loro opera più convincente. Il futuro ci dirà se questi undici nuovi brani saranno il necessario passaggio verso la maturità o piuttosto la conferma di quel declino creativo che qualcuno già aveva preconizzato all'uscita del precedente Angles. (Franz Coriasco)