UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

TIZIANO FERRO: “Il mestiere della vita” (Universal)

Tra i nostri cantautori di punta, il prode Tiziano è di quelli dotati di maggior personalità e di appeal sui mercati dell’esportazione. Il suo pop è nutrito da un bel mix di passione soul e di profondità cantautorale, un sound energetico da playlist, ma con un aroma più nobile che riporta piuttosto a un corposo […]
12 Dicembre 2016

Tra i nostri cantautori di punta, il prode Tiziano è di quelli dotati di maggior personalità e di appeal sui mercati dell’esportazione.

Il suo pop è nutrito da un bel mix di passione soul e di profondità cantautorale, un sound energetico da playlist, ma con un aroma più nobile che riporta piuttosto a un corposo nebbiolo.

Registrato tra Los Angeles e Milano con la produzione del fido Michele Canova, di certo l’album è pavesiano solo nel titolo, perché i suoi chiaroscuri sono quelli dell’oggi: intrisi d’elettronica e suoni asciutti, con testi che catturano solo frammenti minimali e sfuocati del reale senza mai comporre fotografie compiute.

E’ presto affibbiare a queste nuove canzoni giudizi definitivi: per esempio non saprei dire se trattasi di album di svolta come lui sostiene o solo di una nuova tappa di un percorso lineare iniziato ai tempi di Rosso Relativo. L’impressione è che manchino al lavoro pezzi destinati a resistere all’usura del tempo (tipo Sere Nere per intendersi), e che pur nella loro più che dignitosa qualità formale non riescano a scrollarsi di dosso le zavorre del routinario. Per certi versi mi suscitano il sospetto che il Nostro sia alle prese con certe strettoie creative del Baglioni di Oltre: quelle in cui certi artisti s’infilano quando, travolti dall’urgenza di dimostrare ed esprimere troppo, perdono in lucidità e sintesi. Ma è solo un’ipotesi e comunque solo uno dei tanti modi di “leggere” un disco comunque sopra la media della concorrenza e non privo di un suo fascino, specie nei brani più riflessivi, come nell’enfatica Il Conforto duettata con Carmen Consoli.  Boh, forse è solo che da uno del suo talento e del suo potenziale mi sarei atteso qualcosina di più: perché quando s’arriva al fondo dei tredici episodi Il mestiere della vita ti lascia addosso soprattutto il profumo di un’ambizione incompiuta.

(Franz Coriasco)