UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

VAN MORRISON: “Duets” (Rca)

Rieccolo, il piccolo grande Van! Il bianco con la voce più nera d’un tombino di Harlem.
13 Aprile 2015

            Rieccolo, il piccolo grande Van! Il bianco con la voce più nera d’un tombino di Harlem. L’irlandese californiano. Un artista per tutte le stagioni.
Una carriera iniziata negli anni ruggenti del beat alla guida dei Them (chi non ricorda la loro Gloria?), poi proseguita da solista, con la pubblicazione di capolavori sperimentali come Astral Weeks e altre perle sempre a mezza via tra canzone d’autore, jazz e soul. Oggi si riaffaccia sui mercati dopo un lungo silenzio con questo bel disco dove snocciola una manciata di cover memorabili, duettati con un manipolo di colleghi illustrissimi.
Un album di riletture dei propri classici (reworking the catalogue, “rielaborando il repertorio”, recita il sottotitolo) e di duetti, è solitamente un escamotage buono per nascondere crisi creative o perfino i segnali d’un irreversibile tramonto. Ma basta un ascolto che capire che qui si è al cospetto di qualcosa di ben più solido e di tutt’altro che pretestuoso: non solo per la caratura del cast (da Michael Bublé a Mark Knopfler, da maestri come Stevie Taj Mahal e Stevie Winwood ad allievi come Mick “Simply Red” Hucknall e Joss Stone), ma anche per la passione e la sapienza che si sprigionano dai solchi. Un disco di gran classe e di grandi canzoni, capace di mandare in brodo di giuggiole i fan di un tempo, ma anche di ammaliarne di nuovi.      
 
Franz Coriasco