UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

VINICIO CAPOSSELA: “Canzoni della Cupa” (Warner Music)

A cinque anni dal precedente album in studio, il decimo lavoro di una delle voci più personali del cantautorato italiano è finalmente disponibile...
16 Maggio 2016

Doveva uscire qualche mese fa, ma un malanno alle corde vocali aveva consigliato di posporre l’uscita quando tutto si fosse sistemato e il cantautore emiliano potesse prepararsi per andare in tour.
Detto fatto. A cinque anni dal precedente album in studio, il decimo lavoro di una delle voci più personali del cantautorato italiano è finalmente disponibile, e con esso una manciata di nuove canzoni di alto livello, ma al solito scorbutiche e lontanissime dai vezzi del pop e del cantautorato contemporaneo. Suoni rustici e a tratti volutamente sgraziati, strumenti antichi appartenenti a culture musicali diverse, per dare un’anima a racconti di fatica, a personaggi marginali, a sogni e leggende dove il mito nasconde spesso la stessa acidità del presente.  Serenate come Il bene mio, ballate sghimbesce come Ratapumpa, ballabili da festa strapaesana come Lo sposalizio di Maloservizio e La padrona mia, la più immediata del mazzo.
Canzoni frutto di una gestazione durata più di dodici anni, sorrette dall’idea di provare a rendere appetibile il popolare più ruspante e snobbato: quello del grandissimo ma misconosciuto Matteo Salvatore, dal cui dimenticato repertorio questo disco attinge a piene mani. Due dischi ben distinti. Uno, “Polvere”, che pare scarnificato dal sole, l’altro, “Ombra”, più lunare e gravido di misteri: per un’opera di radici autentiche – folk, ma tutt’altro che folkloristica -, ma anche di frontiera: quella desolata che separa gli States dal Messico, e che il Nostro congiunge idealmente alle terre povere del nostro Sud (a sottolinearlo, anche la presenza di band come i Calexico e i Los Lobos).
Non è facile arrivare in testa alle classifiche con un album del genere, ma Vinicio ce l’ha fatta, immediatamente, forte di un credito che in Italia possono contare davvero in pochi: un  ottimo viatico per l’imminente tournée, che decollerà alla fine del mese prossimo da Roma e lo porterà poi in giro per la penisola per tutta l’estate.
 
Franz Coriasco