Ennesimo capolavoro per il più geniale ed anomalo dei nostri cantautori. Un doppio cd dove convivono il Moby Dick di Melville e l’Ulisse di Omero, ma anche Céline, Conrad, la Bibbia, filastrocche quasi dysneyane; e soprattutto quel suo supremo dileggio dei cliché e dei banalismi canzonettari che l’han reso sempre più simile a una specie di Tom Waits mediterraneo.
Un gioiello in 19 frammenti che saldano alta cultura alta e “il basso” della più autentica tradizione popolare. La sua voce inconfondibilmente bislacca, epiche aperture d’orchestra, corali da nave corsara e tenerezze sussurrate in punta di voce: Capossela ammalia centrifugando lacrime e sangue, carezze e colpi d’artiglio, lampi e tenebre. Un’opera complessa, ma capace di conquistare già dal primo ascolto. A conferma che il Nostro, qui al nono album in poco più di vent’anni di carriera, è oggi più che mai uno dei grandissimi del nostro panorama artistico.
(Franz Coriasco)