UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

YUSUF / CAT STEVENS: “Tell’em I’m gone” (Legacy)

Questo suo ultimo album riporta alla mente e alle orecchie il folk-rock dei suoi esordi e quella sua innata vocazione da balladeer pacifista che segnò l’apogeo della sua creatività: atmosfere sognanti, chitarrine acustiche, melodie e ritmi semplici, sempre sorretti da un timbro vocale riconoscibile fin dalle prime note. Coi suoi aromi blues e folk, Tell’em I’m gone non è un album memorabile, ma si lascia ascoltare con piacere.
9 Dicembre 2014
                     Caro vecchio Cat Stevens; alias Steven Demetre Georgiu; alias Yusuf. Sette vite, proprio come i come i gatti per questo storico song-writer britannico d’origine greca-cipriota-svedese. Gli anni scorbutici da militante islamico radicale sono ormai in archivio e gli ultimi tempi hanno registrato un suo lento ma costante ritorno nell’alveo del pop d’autore occidentale.
            Questo suo ultimo album – il trentaquattresimo in una carriera iniziata nella Londra dei primi anni ’70 – riporta alla mente e alle orecchie il folk-rock dei suoi esordi e quella sua innata vocazione da balladeer pacifista che segnò l’apogeo della sua creatività: atmosfere sognanti, chitarrine acustiche, melodie e ritmi semplici, sempre sorretti da un timbro vocale riconoscibile fin dalle prime note.
Coi suoi aromi blues e folk, Tell’em I’m gone  non è un album memorabile, ma si lascia ascoltare con piacere: metà delle canzoni sono cover, le altre sono uscite da poco dal suo cilindro. A sessantasei anni il vecchio menestrello è riuscito a far pace col proprio passato e adesso ha una gran voglia di tornare a confrontarsi con un pubblico che non l’ha mai abbandonato, ed è tornato a farlo con quello che gli è sempre riuscito meglio: la suadenza universale di una manciata di canzoni che suonano certo un po’ datate, ma anche intrise di coinvolgente nostalgia.
(Franz Coriasco)