UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Sardegna: è ora di costruire

E’ passato poco più di un anno da quel 7 febbraio 2009 quando Avvenire diventa in Sardegna un quotidiano 'fatto in casa'. Finalmente raggiungibile in ogni edicola all’ora giusta, finalmente alla pari con gli altri giornali, finalmente 'accreditato' tanto da consentire ai lettori di chiedere al postino di turno perché – se viene stampato in Sardegna – non viene consegnato in giornata.
10 Febbraio 2010
E’ passato poco più di un anno da quel 7 febbraio 2009 quando Avvenire diventa in Sardegna un quotidiano 'fatto in casa'. Finalmente raggiungibile in ogni edicola all’ora giusta, finalmente alla pari con gli altri giornali, finalmente 'accreditato' tanto da consentire ai lettori di chiedere al postino di turno perché – se viene stampato in Sardegna – non viene consegnato in giornata. Finalmente.
  Quel giorno a Cagliari, prima nel Seminario regionale, poi, in nottata, in tipografia, l’atmosfera era festosa e non formale: presenze, parole e gesti contribuivano a far lievitare l’idea di un giornale 'nostro', cattolico per cattolici sardi. Vescovi, sacerdoti, seminaristi e animatori presenti da tutta la Sardegna, assieme a responsabili e giornalisti venuti da Milano partecipavano a questo evento con il tipico entusiasmo di chi si riservava in futuro di dire 'io c’ero'.
  Un anno dopo il quotidiano dei cattolici italiani è sempre più 'sardo' tra i sardi. Si percepisce tra le righe di un incontro tra i suoi lettori, ma si misura anche quando entra prepotentemente nel dibattito sui più scottanti temi di attualità. È diventato una sponda in più, a portata di mano, per tutti coloro che cercano 'altra' informazione, 'altra' formazione. Per questo da quel giorno di febbraio, che anche l’atmosfera rese sorprendentemente luminoso, si è avviata un’impresa che merita di essere ricordata ma, insieme, deve rimanere sorgente di nuovi entusiasmi e di proficue iniziative.
  Oltre ai dati e alle statistiche sulle vendite, oltre alle promozioni che hanno riguardato persone e organismi, è necessario che anche in Sardegna questo 'nostro' giornale sia conosciuto sempre di più come strumento da utilizzare tutti i giorni per avere uno sguardo libero ed esigente sulla realtà. Forse dobbiamo imparare a 'usarlo' di più, facendolo diventare un 'luogo' nel quale far convenire non soltanto gli eventi che accompagnano la nostra vita ecclesiale ma anche le istanze e le problematiche di un territorio segnato da ferite profonde ma sempre ricco di speranza.
  Forse dobbiamo formare una nuova generazione di animatori parrocchiali della cultura capaci di situarsi nel mondo dell’informazione a partire da una posizione privilegiata: quella della fede. Un fede che pensa e che sceglie. Una fede che osserva per capire e conosce per agire. Una fede attenta e rispettosa ma doverosamente critica. Una fede che ha il ritmo della vita quotidiana perché sa leggere l’essenziale e relativizzare il superfluo. Una fede che non insegue la notizia ma la verità che c’è dietro. Per questo, molto abbiamo fatto, molto rimane da fare. Grazie ad Avvenire continuiamo a crederci.

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