UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Se il sacerdote naviga in Rete

Una ricerca dell’Università di Lugano, presentata insieme al conevegno "Testimoni digitali", rivela che on line vengono cercati materiali per l’omelia. Internet è invece meno usato come mezzo di assistenza spirituale a distanza
16 Aprile 2010
Non sono pochi i sacerdoti i­taliani che usano internet. E quelli che lo fanno se ne ser­vono soprattutto a scopo formativo e per la ricerca delle notizie. Un po’ me­no per l’assistenza spirituale a di­stanza. Lo dicono i dati di una ricer­ca condotta da Picture e illustrata ie­ri, nel corso della conferenza stampa di presentazione del convegno Testi­moni digitali , da Lorenzo Cantoni, docente di comunicazione on line al­l’Università della Svizzera italiana di Lugano.
  Al questionario della ricerca hanno risposto 841 sacerdoti, pari all’1,7 per cento dei preti che operano in Italia. Il 92,9 per cento di coloro che hanno risposto dichiara di accedere a inter­net tutti i giorni (la media mondiale è del 90,4 per cento). L’uso più co­mune è quello di cercare materiale per l’omelia. Risponde in tal senso il 49,5 per cento degli intervistati. Sul­l’utilità della rete per la preparazione delle prediche, il 36,6 per cento ritie- ne che internet sia utile e molto uti­le, mentre il 13,2 per cento è del pa­rere esattamente opposto.
  Le percentuali scendono quando si tratta invece di usare internet per u­na finalità più direttamente pastora­le. Solo il 23 per cento di chi ha ri­sposto al questionario ritiene che la rete sia utile o molto utile per offrire consigli spirituali. Al contrario la quantità di coloro che considerano internet quasi del tutto inutile per questa finalità sale al 46,5 per cento (la media mondiale è del 38,9 per cen­to).
  Molto più proficuo si rivela per i sa­cerdoti navigare sul web alla ricerca di informazioni (80 per cento), di no­tizie (73,6 per cento) e di studio (67,3 per cento). Ma solo il 19,1 utilizza la rete per questo scopo (principal­mente per recitare la liturgia delle o­re).
  Più in generale la ricerca ha messo in luce come più della metà degli inter­vistati (il 51 per cento) abbia un giu­dizio molto positivo sull’utilità di in­ternet per la diffusione della fede, e più del 63 per cento è d’accordo o molto d’accordo nel considerare le nuove tecnologie come mezzi di in­culturazione della fede. In particola­re il 61,1 per cento è d’accordo o mol­to d’accordo con l’affermazione che le nuove tecnologie permettono di e­vangelizzare meglio i giovani. E il 68,3 per cento ritiene la rete uno stru­mento utile per comunicare con le al­tre persone, anche attraverso i social network come Facebook.
  In definitiva, ha fatto notare Cantoni, «i sacerdoti italiani hanno dimostra­to di avere con internet un approccio positivo ma non ingenuo».
 
 
 

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