UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Se oltre i grandi eventi c'è di più…

Far conoscere in maniera puntuale e immediata, utilizzando anche i nuovi media, le attività che una diocesi come quel­la di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino svolge al di là dei grandi eventi che spesso interessano la città serafica. E questo in un’ottica di maggior coinvolgimento, di migliore aggregazione, di penetrazione nell’ambiente dei giovani con iniziative pastorali di profondo significato che spesso, nonostante l’impegno dei parro­ci per veicolarle, sono sconosciute alla comunità locale.
4 Marzo 2014

Far conoscere in maniera puntuale e immediata, utilizzando anche i nuovi media, le attività che una diocesi come quel­la di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino svolge al di là dei grandi eventi che spesso interessano la città serafica. E questo in un’ottica di maggior coinvolgimento, di migliore aggregazione, di penetrazione nell’ambiente dei giovani con iniziative pastorali di profondo significato che spesso, nonostante l’impegno dei parro­ci per veicolarle, sono sconosciute alla comunità locale.
«La diocesi – spiega l’arcivescovo Domenico Sorrentino – sentiva il bisogno di un sistema di comunicazione più efficace. Come città francescana, meta di pellegrinaggio e turismo, e come sede pre­stigiosa di tante iniziative nazionali e internazionali, passa nella comuni­cazione con frequenza, ma anche con una certa dispersione. La diocesi è il luogo naturale per fare sintesi e si­nergia. Molte cose stanno avvenen­do nella Chiesa di Assisi-Nocera Um­bra- Gualdo Tadino nella linea della nuova evangelizzazione e della con­versione pastorale. Penso all’anima­zione biblica con le 'Scuole della Pa­rola' e al rinnovamento della par­rocchia con le piccole comunità. Pen­so all’intenso periodo della visita pa­storale da cui è scaturita l’attuale fase del Sinodo diocesano. Que­sta Assisi del 'quotidiano' merita di essere servita dalla comuni­cazione almeno quanto i 'grandi eventi' che la città ospita. Mol­to già si faceva. Ma c’era bisogno di migliorare il sistema. È il com­pito che ho affidato a una giornalista professionista che insieme ad alcuni suoi collaboratori si occuperà di questo progetto. Spero che se ne vedano presto frutti».
In realtà i primi riscontri sono stati già percepiti durante la mis­sione della diocesi in Amazzonia guidata dal vescovo che grazie ad alcuni membri della delegazione forniva informazioni in tem­po reale alimentando un reportage quotidiano con foto e testi che finivano sul sito della diocesi, su Facebook e Twitter. In questo caso il maggior utilizzo, comunque calibrato dei social network, ha permesso di far sapere in tempo reale quan­to di buono stessero facendo il vescovo, i Frati cappuccini e gli altri missionari.