UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Silenzio e parola,
unione possibile

Il silenzio e la parola non so­no affatto incompatibili. Lo ha detto monsignor Dome­nico Pompili, direttore dell’Uffi­cio comunicazioni sociali e sot­tosegretario della Cei, interve­nendo a Bologna alla festa re­gionale in onore di san France­sco di Sales...
23 Gennaio 2012
Il silenzio e la parola non so­no affatto incompatibili. Lo ha detto monsignor Dome­nico Pompili, direttore dell’Uffi­cio comunicazioni sociali e sot­tosegretario della Cei, interve­nendo a Bologna alla festa re­gionale in onore di san France­sco di Sales. Nel corso dell’in­contro, promosso dall’Ufficio regionale mon­signor Pompili si è soffermato sul titolo del messaggio per la Giornata mondiale per le comunicazioni sociali che sarà diffuso il 24 gennaio, giorno della memoria liturgica di san Francesco di Sales, patrono dei giornali­sti.
«Credo che il Papa ci inviti a superare il bi­polarismo congenito che ha un po’ militariz­zato il nostro sguardo sulla realtà» ha esordi­to Pompili. «Silenzio e parola, in una pro­spettiva autenticamente cattolica, devono in­vece viaggiare insieme. Il primo sta alla se­conda, come il territorio sta alle nuove tec­nologie. Il territorio costruisce rapporti soli­di perché giocati sulle relazioni interperso­nali. I nuovi linguaggi, invece, sono segnati dalla velocità e sono espressione di una di­mensione oggi sempre più necessaria: quel­la della rete».
C’è dunque una sfida aperta. «Riuscirà a vincerla chi metterà insieme la lentezza e la velocità. La lentezza evoca il pen­siero, ma ancora più l’ascolto della realtà. Questa lentezza, che evoca a prima vista pas­sività, è il nervo scoperto della nostra cultu­ra e del nostro atteggiamento». Questo non significa, ha aggiunto, «che la velocità debba essere percepita come un male endemico. La velocità non dice semplicemente della fre­nesia, ma della possibilità di uno sguardo si­nottico ».
Nel suo intervento il vescovo ausi­liare emerito di Bologna Ernesto Vecchi, de­legato della Conferenza episcopale dell’Emi­lia Romagna per le comunicazioni sociali, ha fatto il punto sui primi passi dell’Ufficio re­gionale, promotore di un innovativo lavoro unitario tra tutti i comunicatori della regio­ne.
Don Egidio Brigliadori, direttore dell’Uf­ficio comunicazioni di Rimini, ha ricordato il ciclone che ha investito il suo paese, Coria­no, in occasione dei funerali di Marco Si­moncelli e le «bufale» che hanno accompa­gnato l’evento: come il rombo delle moto, che in realtà non c’è mai stato, che avrebbe fatto sgorgare le lacrime di tutti.
«Nelle esequie di Simoncelli – ha commentato monsignor Pompili – si è superato molto bene il test del­l’equilibrio tra esigenze liturgiche e circo me­diatico. Non sempre succede così: sovente accade che si censuri la morte nella prospet­tiva delle resurrezione per dare spazio alla vi­ta del caro estinto. Su questo punto, a pena di mettere a rischio l’efficacia della sua testi­monianza, la Chiesa non può cedere».