UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Siti parrocchiali, spazi da coltivare

I risultati di un'indagine condotta dalla redazione dell'emittente romana Radiopiù racconta che sono ancora 155, il 43% del totale, le parrocchie della diocesi di Roma che non hanno ancora un sito internet.
1 Marzo 2017

Sono 155, ossia il 43% del totale, le parrocchie della diocesi di Roma che non hanno ancora un sito internet.
Un dato che lascia intravedere quanto si è ancora distaccati dall'attuale tessuto sociale che vede ormai indispensabile il riferimento all' universo digitale. Tra le parrocchie che si avvalgono dell'aiuto del Web, la maggior parte aggiorna di rado le proprie informazioni e non cura particolarmente neanche l'aspetto grafico del sito. Questi risultati provengono da un'indagine condotta dalla redazione dell'emittente romana Radiopiù (www.radiopiu.eu), che negli ultimi mesi del 2016 si è rivolta a ciascuna parrocchia della diocesi, analizzando successivamente il volume stimato delle connessioni dei siti parrocchiali più indicativi.
Da questo lavoro è emerso che il sito più seguito è stato nello scorso anno quello della parrocchia del Divino Amore, con una media attestata a poco meno di 5.000 contatti mensili (fonte Seozoom): un dato soddisfacente, dovuto senz'altro al grande interesse dei fedeli verso il santuario mariano. Per il resto, gli ascolti non sono esaltanti: si distinguono ad esempio parrocchie come Santa Lucia, che ha visto negli ultimi tre mesi del 2016 un aumento delle connessioni pari al 300%, arrivando a una media di 700 contatti al mese; oppure San Frumenzio, che conta circa 200 lettori mensili stabili. La maggior parte delle altre parrocchie ha un seguito irrilevante: alcune di esse hanno addirittura un volume di ascolto pari a zero.
La maggioranza dei siti è pensata semplicemente come vetrina delle attività della parrocchia e non come strumento di dialogo con chi si relaziona con lo spazio Web parrocchiale. A questo proposito suggerisce il presidente dell'Aiart, Massimiliano Padula, che «un sito parrocchiale dovrebbe permettere una migliore interazione con il fedele/utente, il quale non si limita soltanto a leggere ciò che si scrive ma va oltre. Sarebbe poi fondamentale che esso sia ben visibile e consultabile da tutti i dispostivi mobili. Occorrerebbe dunque un piano strategico strutturato che tenga conto di un' azione incisiva di formazione».
A conferma che chi naviga su Internet è anche alla ricerca di contenuti di riflessione che possano illuminare sui temi della fede, ne è testimonianza la felice esperienza del sito www.gliscritti.it, curato dal direttore dell'Ufficio catechistico della diocesi di Roma, monsignor Andrea Lonardo che, con i suoi 18.700 lettori al mese, è secondo in diocesi solo al sito ufficiale del Vicariato di Roma www.vicariatusurbis.org.
La dialettica tra Internet e parrocchia, se ideata e condotta in modo intelligente, non può che avvantaggiare l'opera di evangelizzazione, specialmente verso coloro che in parrocchia mettono piede con grande difficoltà. Ne è convinto don Massimiliano Nazio, parroco di San Giovanni Battista De La Salle al Torrino: «Noi oltre a presentare le iniziative settimanali lo abbiamo utilizzato anche per realizzare il sondaggio in previsione del primo Sinodo sulla famiglia con papa Francesco. E abbiamo riscontrato un notevole interesse da parte dei parrocchiani. In un prossimo futuro stiamo pensando di usufruire di questo spazio anche per trasmettere le dirette delle celebrazioni e degli incontri in parrocchia».
(Francesco Indelicato)

da Avvenire del 28 febbraio 2017, pag. 28