«I social media: provare per credere» è il tema che il 23 e 24 novembre scorsi ha raccolto presso il Centro di spiritualità del santuario di Caravaggio (provincia di Bergamo ma diocesi di Cremona) i direttori degli Uffici comunicazioni sociali e tutti coloro che animano questo settore pastorale nelle 10 diocesi lombarde. «Da tempo ravvisavamo la necessità di una riflessione su questa materia, perché i social media non ci accontentiamo di utilizzarli ma desideriamo capirne le potenzialità » spiega don Davide Milani, delegato regionale per le comunicazione. Il responsabile dell’Ufficio diocesano di Milano rileva come «nonostante la virtualità del tema, anche questo incontro ci ha permesso di rafforzare ulteriormente le relazioni concrete tra noi operatori del settore. Così come avviene ogni mese, quando noi direttori delle comunicazioni sociali lombarde ci troviamo per un confronto sul nostro lavoro».
Primo motivo di riflessione, offerto dalla due giorni di «confronto, studio e formazione» – così era presentata l’iniziativa – l’intervento di Andrea Salvati. L’attuale direttore generale di Aleteia, network digitale mondiale cattolico, già
industry leader di Google Italia, ha tracciato una breve storia delle piattaforme sociali evidenziando come attualmente i social media raggiungano in Italia 26,8 milioni di utenti, pari al 94.1% di quella che egli stesso definisce «popolazione online». Fascia d’età predominante quella ricompresa tra i 16 e i 34 anni. Facebook è il social media più cliccato, ma Google+ è quello con il «tasso di crescita più alto». E sono proprio questi numeri, nella visione di Salvati, il fondamento di quanto affermato dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali commentando il tema del messaggio del Papa per la Giornata mondiale 2013 («Reti sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione»): «Una tra le sfide più significative dell’evangelizzazione oggi è quella che emerge dall’ambiente digitale», a maggior ragione per il fatto che «i social media sono frequentati anche dagli adulti» e danno vita a «una serie di relazioni virtuali e nello stesso tempo realissime che ci seguono ovunque». Sono parole di Nicoletta Vittadini, docente all’Università cattolica di Milano, intervenuta nella serata di venerdì per analizzare le trasformazioni antropologiche determinate dalle nuove piattaforme digitali. Da qui, per i partecipanti al momento di confronto studio e formazione, la curiosità di avvicinarsi concretamente a questo ormai diffusissimo aspetto del mondo online: ad aiutarli Fabrizio Caligiuri,
social media manager al VII Incontro mondiale delle famiglie con il Papa. Nelle sue parole la presentazione delle varie esperienze di network e microblogging, ma anche del loro pubblico («ci sono persone con cui abbiamo un rapporto più debole ma di cui riconosciamo l’autorevolezza su alcuni argomenti in particolare») così come delle loro potenzialità («promuovere il dialogo, facilitare gli ambasciatori del
brand, abilitare l’innovazione dal basso e facilitare l’auto-aiuto»).
A concludere l’incontro le esperienze pastorali di Silvio Ottanelli e don Paolo Padrini: il primo ideatore del sito
www.cercoiltuovolto.it, frutto di un’appassionata ricerca di argomenti a sfondo religioso; il secondo, 'inventore' di Mediacath e iBreviary nonché collaboratore del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni sociali. E proprio il sacerdote tortonese si è soffermato sull’importanza di «coltivare le relazioni che si instaurano tramite i social media, perché dietro le utenze virtuali ci sono sempre persone». Quelle stesse che «abitano insieme a noi lo spazio pubblico del digitale ».