Peggiora la capacità di lettura dei quindicenni: l’allarme è stato lanciato ieri dalla Commissione europea che ha presentato i progressi compiuti dagli Stati membri in relazione a cinque obiettivi chiave nel campo dell’istruzione e della formazione per il 2010. Secondo gli ultimi dati, un quarto dei quindicenni europei (24,1%, ma era del 21,3% nel 2000) fa fatica a leggere. Non vanno meglio gli italiani con un 26,4%, anch’essi in peggioramento rispetto al 18,9% del 2000. Fanalino di coda sono i ragazzini romeni (53,5% ha scarsa capacità lettura), seguiti dai bulgari (51,1%), mentre i primi della classe restano i finlandesi passati dal 7% nel 2000 al 4,8% nel 2006. «I progressi non sono quelli che ci aspettavamo », ammette il commissario Ue all’istruzione, Maros Sefcovic, che per la scarsa affezione alla lettura punta il dito contro alcuni comportamenti negativi, come «il tempo passato davanti ai videogiochi». Non va meglio guardando l’obiettivo relativo alla diminuzione degli abbandoni scolastici: i dati Ue mostrano progressi troppo lenti dal 17,6% del 2000 al 14,9% del 2008. In questo caso l’Italia invece passa dal 25,1% al 19,7%. Non è stato raggiunto neppure, sottolinea la Commissione, l’obiettivo dell’aumento dei giovani che completano l’istruzione secondaria superiore (78,5% in Ue e 76,5% in Italia), nè quello della partecipazione degli adulti all’educazione permanente. In Italia in quest’ultimo caso dal 2000 al 2008 si è passati dal 4,8% al 6,3%, cifre ancora molto lontane dalla migliore performance messa a segno in Ue chè è quella della Danimarca con un 30%, seguita dalla Finlandia (23,1%) e dalla Gran Bretagna (19,9%). L’Italia, secondo i dati riferiti al 2006, spendeva in educazione in rapporto al Pil il 4,73% rispetto ad una media Ue del 5,05%.