UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Sos dalla Ue: troppi videogiochi, il 25% dei 15enni fatica nella lettura

Peggiora la capacità di lettura dei quindicenni: l’allarme è stato lan­ciato ieri dalla Commissione eu­ropea che ha presentato i progressi com­piuti dagli Stati membri in relazione a cinque o­biettivi chiave nel cam­po dell’istruzione e del­la formazione per il 2010. Secondo gli ultimi dati, un quarto dei quin­dicenni europei (24,1%, ma era del 21,3% nel 2000) fa fatica a leggere.
26 Novembre 2009
 Peggiora la capacità di lettura dei quindicenni: l’allarme è stato lan­ciato ieri dalla Commissione eu­ropea che ha presentato i progressi com­piuti dagli Stati membri in relazione a cinque o­biettivi chiave nel cam­po dell’istruzione e del­la formazione per il 2010. Secondo gli ultimi dati, un quarto dei quin­dicenni europei (24,1%, ma era del 21,3% nel 2000) fa fatica a leggere. Non vanno me­glio gli italiani con un 26,4%, anch’essi in peggioramento rispetto al 18,9% del 2000. Fanalino di coda sono i ragazzini romeni (53,5% ha scarsa capacità lettu­ra), seguiti dai bulgari (51,1%), mentre i primi della classe restano i finlandesi pas­sati dal 7% nel 2000 al 4,8% nel 2006. «I progressi non sono quelli che ci aspetta­vamo », ammette il commissario Ue all’i­struzione, Maros Sefcovic, che per la scar­sa affezione alla lettura punta il dito con­tro alcuni comportamenti negativi, come «il tempo passato da­vanti ai videogiochi». Non va meglio guardan­do l’obiettivo relativo al­la diminuzione degli ab­bandoni scolastici: i dati Ue mostrano progressi troppo lenti dal 17,6% del 2000 al 14,9% del 2008. In questo caso l’Italia invece passa dal 25,1% al 19,7%. Non è stato raggiun­to neppure, sottolinea la Commissione, l’obiettivo dell’aumento dei giovani che completano l’istruzione secondaria su­periore (78,5% in Ue e 76,5% in Italia), nè quello della partecipazione degli adulti all’educazione permanente. In Italia in quest’ultimo caso dal 2000 al 2008 si è passati dal 4,8% al 6,3%, cifre ancora mol­to lontane dalla migliore performance messa a segno in Ue chè è quella della Danimarca con un 30%, seguita dalla Finlandia (23,1%) e dalla Gran Bretagna (19,9%). L’Italia, secondo i dati riferiti al 2006, spendeva in educazione in rap­porto al Pil il 4,73% rispetto ad una me­dia Ue del 5,05%.