Dalle guerre ai conflitti etnici, dalla povertà alla fame nel mondo, passando per quegli articoli che parlano di nuove tecnologie, web e social network. Al Collegio San Carlo di Milano, almeno una volta a settimana, è il quotidiano Avvenire a trasformarsi nel libro di testo: al liceo e nella scuola secondaria, infatti, si dedica qualche ora di lezione, che siano di storia, italiano o geografia, alla lettura del quotidiano in classe. Mentre alla scuola dell’infanzia e alla primaria c’è l’inserto Popotus che spopola: ritagliato, colorato, sottolineato e appeso nelle aule frequentate dai più piccoli. È la testimonianza di uno degli insegnanti del liceo milanese, Massimo Tallarini che sostiene di «lavorare molto in classe con Avvenire.
Almeno due volte a settimana propongo alcune differenti modalità di lettura: nel primo caso invito i ragazzi a scegliere un tema sviluppato in un articolo e insieme lo leggiamo in classe, in altri casi li invito a portarsi a casa una copia del giornale, a leggere e rielaborare il contenuto di un articolo che li ha colpiti, attraverso un riassunto, ma anche un sintetico commento». Cosicché gli studenti si creino un’opinione, che poi non è altro che il compito che l’informazione ha verso ogni lettore.
« Avvenire – aggiunge l’insegnante –, oltre a portare su di sé un patrimonio di valori comuni, ha un linguaggio più chiaro ed efficace rispetto ad altri giornali». Nel Collegio si fa anche lezione con tablet alla mano e lavagne interattive multimediali. Dunque, cresce l’esigenza da parte degli stessi ragazzi di «avere a disposizione contenuti e informazione in digitale» sottolineando anche quanto sia importante «un uso consapevole e responsabile» che possa educarli anche a comportarsi sul web.