UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Termoli – Larino: “Quando il giornalismo non è solo un mestiere”

La Chiesa celebra oggi, 24 gennaio, la memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Per questa occasione, l’Ufficio per le Comunicazioni Sociali e Ufficio Stampa Diocesano esprimono il più sincero augurio, insieme al vescovo mons. Gianfranco De Luca, a tutti gli operatori del settore.
24 Gennaio 2012
La Chiesa celebra oggi, 24 gennaio, la memoria di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Per questa occasione, l’Ufficio per le Comunicazioni Sociali e Ufficio Stampa Diocesano esprimono il più sincero augurio, congiuntamente al vescovo mons. Gianfranco De Luca, a tutti gli operatori del settore.

 
Ecco una riflessione a cura di don Benito Giorgetta, direttore dell'Ufficio.
 
 
“Quando il giornalismo non è solo un mestiere ma una dimensione della vita”
San Francesco di Sales nel 1923 fu proclamato da Papa Pio XI patrono della stampa cattolica, dei giornalisti, degli scrittori, oltre che dei sordomuti. Come mai?
Essenzialmente perché, il santo, si accorse che le persone evitavano le sue prediche e dunque, per opporsi all’eresia calvinista, decise di confutare i loro errori con fogli volanti, da lui scritti fra una predica e l’altra e disseminati in tante copie, che, passando di mano in mano, dovevano finire con raggiungere anche i calvinisti.
Francesco di Sales non «dava notizie» ma comunicava se stesso, la sua fede, le cose nelle quali credeva.
Inoltre, accanto a questo volantinaggio è da considerare la capacità di scrivere lettere, pare 30.000, delle quali ce ne sono rimaste solo 2.000. E la lettera è appunto una comunicazione che coinvolge pienamente chi scrive. Benedetto XVI nel suo Messaggio per la 45 Giornata Mondiale delle Comunicazioni ha scritto che «quando le persone si scambiano informazioni, stanno già condividendo se stesse, la loro visione del mondo, le loro speranze, i loro ideali». E oggi le tecnologie dell’informazione, contribuendo a creare una rete di connessioni, spingono gli uomini a farsi «testimoni» dei valori sui quali fondano la propria esistenza.
Il modello che abbiamo davanti agli occhi, quello di Francesco di Sales, dunque è quello di un giornalismo che comunica passione e ha un intento di coinvolgimento, partecipazione, formazione. La stessa attenzione alla “verità” non è una semplice e fredda attenzione alla “oggettività” o alla “neutralità”, ma alla comprensione del valore delle cose.
Il giornalismo è dunque una forma di testimonianza capace di interrogare chi scrive e chi legge, chi trasmette e chi riceve, sulla visione delle cose e sui significati, sui valori. Servire la verità e non servirsi della verità. La passione che deve animare chi scrive non deve essere alimentata dalla febbre del numero dei click o delle copie vendute; dall’audience o dallo share. Questa è sudditanza. Schiavitù. E’ passività e opportunismo ideologico. Ipoteticamente, anche se nessuno leggesse una notizia, una riflessione; anche se nessuno intercettasse quanto scritto; il solo fatto d’aver espresso la propria opinione dovrebbe essere la sazietà del giornalista. Se poi a questo si unisce anche il risultato, certamente, è auspicabile ed è meglio.
Non importa il mezzo, lo strumento con cui si comunica ma il modo, il coinvolgimento personale. Se a tutto questo si aggiunge la testimonianza, la genuinità e il guardare limpido, allora gli ingredienti sono perfetti per una buona e sana informazione. Non si può parlare e scrivere a tesi precostituite e da dimostrare, ma solo ed unicamente per mettere al servizio del bene e del buono le proprie capacità.
Il criterio che presiede la scelta di una notizia, a preferenza di un’altra, non deve essere quello di soddisfare il palato dei lettori; così facendo non si osa mai e mai si potrà donare qualcosa di nuovo; quanto piuttosto quello del servizio alla persona umana e della sua dignità. Dire non ciò che piace ma ciò che è vero. “E’ preferibile una pessima verità ad un’ottima bugia”. La verità rende liberi. San Francesco, dialogando, scrivendo, incontrando, proponeva la sua testimonianza. Ecco l’esempio da seguire: accogliere per incontrare; condividere per moltiplicare; collaborare per integrare; dialogare per ascoltare; scrivere per servire.
 
Ulteriori dettagli e informazioni al sito web diocesano www.diocesitermolilarino.it.