È possibile comunicare speranza in questo tempo? L’interrogativo racchiude una delle grandi sfide che i comunicatori sono chiamati ad affrontare. I conflitti, le diverse forme di odio, la paura, l’insicurezza portano con sempre più frequenza le loro nubi minacciose all’orizzonte: tutto è cupo e scuro. È proprio quest’atmosfera a richiedere un di più dal mondo della comunicazione. Siamo chiamati a capovolgere la prospettiva, a diventare tessitori di narrazioni luminose, ricamate con il filo della speranza. Non si tratta di fuggire dalla realtà, ma di percorrere i sentieri della quotidianità con un obiettivo ben preciso: la pace. È una chiamata che interpella il senso di responsabilità di ciascuno. Ernest Hemingway confidava: “Mi piace ascoltare. Ho imparato un gran numero di cose ascoltando attentamente. Molte persone non ascoltano mai”. Partiamo dall’ascolto e tessiamo il filo della speranza!
Vincenzo