Smessi da tempo i panni del rocker d’antan lo stagionato scozzese s’infila qui il candido costume da crooner sentimentale per cimentarsi con gli eterni classici della tradizione natalizia anglosassone.
Una manciata di classici memorabili e hit più recenti, spaziando dai suoi cavalli di battaglia dei primi anni Settanta fino alla più recente Wrecking Ball, uscita lo scorso anno.
Una gran voce, uno stile molto personale all'incrocio tra i linguaggi del jazz, del blues, del soul, del gospel, e del black-pop: il pacioso Gregory è davvero uno da tener d'occhio, e a portata d'orecchio.
Un successo fulminante e inatteso che gli è valso ben quattro nominations per i prossimi Grammy Awards, compresa quella di miglior album dell’anno, per questo suo primo disco per una mayor.
Messicano d’origine, il Nostro è tutt’ora uno dei maestri del chitarrismo rockettato (la sua Samba pa ti è ancora tra gli evergreen più amati dai freakettoni d’ogni latitudine). Qui lo ritroviamo alle prese con il latin-pop d’ultima generazione, ma senza perdere il gusto per le contaminazioni stilistiche: dal salsa alla bachata, dall’hip-hop al reggae.
Un incontro creativo che ha alle spalle vent’anni di frequentazioni e di confronti, il cui primo frutto tangibile è questo album scritto a sei mani: 12 canzoni, che presto confluiranno in un tour in comune in giro per l’Europa e nei palasport delle principali città italiane.
Dieci nuove canzoni per dare ulteriore consistenza ad una carriera ormai avviata più che bene.
Era facile da prevedere che il Liga da Correggio si sarebbe arrampicato fin sul gradino più alto delle nostre classifiche.
Al di là dell’orrida copertina, il disco funziona e risulta qualcosa di più che un banale riciclaggio dei cliché che regalarono loro fama planetaria.
Dopo oltre tre decenni passati a smanopolare sul mixer e a faticare dietro le quinte ha finalmente realizzato un suo vecchio sogno, provando l’ebbrezza della ribalta.