C’era il vescovo di Mantova, Roberto Busti. Ma anche il presidente della Provincia, Alessandro Pastacci. E poi parroci, sindaci, centinaia di ragazzi dei Grest (gruppi estivi) e tanti benefattori. Ma c’era anche
Avvenire, sabato, alla commemorazione solenne organizzata dalla diocesi nel primo anniversario del sisma. La calamità lo scorso maggio ha seminato terrore e distruzione anche nel basso mantovano. Primo momento: il ricordo. Nella basilica palatina di Santa Barbara, cappella di corte del Palazzo ducale. Lì, persone coinvolte a vario titolo nella gestione dell’emergenza hanno offerto la loro testimonianza. All’ingresso, ecco il kit del quotidiano cattolico: una borsetta con una copia di
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La Cittadella, dedicato al terremoto. Secondo momento: la festa. In piazza Sordello, con gli animatori dei Grest. In un’atmosfera frizzante, raccolta e al tempo stesso suggestiva. Bandiere vaticane appese al Palazzo vescovile componevano il verbo 'ricostruire': ideale sfondo al discorso che Benedetto XVI pronunciò lo scorso 26 giugno visitando i luoghi del sisma. Quelle stesse parole sono riecheggiate dal balcone dell’episcopio per voce di alcuni ragazzi. Poi un vero e proprio
flash mob: decine di adolescenti hanno inizialmente simboleggiato macerie sconnesse, vestiti con parallelepipedi di cartone. Ma è bastato ascoltare l’incipit di
Gabriel’s oboe, la colonna sonora del film
Mission, per vederli ricomporsi e formare verbi collegati al 'ricostruire' che dominava la piazza. Il tutto, arricchito da filmati realizzati a cura della 'laica' tv locale. Già: perché «l’aiuto anche dei media non ecclesiali – è stato il commento di monsignor Busti – ci dà la possibilità di descrivere la vita della comunità cristiana e la sua apertura all’accoglienza».