UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Treviso: per “La vita del popolo” 120 anni di valori

Si può avere 120 anni ed essere ancora giovani, svolgendo un programma di stretta attualità? Monsignor Gianfranco Agostino Gardin, vescovo di Treviso, sfoglia La Vita del Popolo e risponde di sì. Il settimanale diocesano ha compiuto lo storico compleanno il 3 gennaio.
10 Gennaio 2012
Si può avere 120 anni ed essere ancora giovani, svolgendo un programma di stretta attualità? Monsignor Gianfranco Agostino Gardin, vescovo di Treviso, sfoglia La Vita del Popolo e risponde di sì. Il settimanale diocesano ha compiuto lo storico compleanno il 3 gennaio. «Mi hanno colpito le parole con cui inizia 'il programma' enunciato nel primo numero, quello del 3 gennaio 1892 – sottolinea l’arcivescovo –: 'Oggi il popolo è sulle labbra di tutti. Nei giornali, dai pulpiti, nelle assemblee, nelle piazze, nei caffè, nei circoli più spesso senti nominare il povero popolo, che non forse la patria. Perché dunque fra tante voci, non potremmo sperare che sia ascoltata anche la nostra a favore del popolo? Noi, come gli altri, vogliamo La Vita del Popolo'». Conclude Gardin: «Un intento programmatico immutato dopo 120 anni». «La Vita del Popolo è il settimanale della diocesi di Treviso e tra i suoi direttori ha avuto anche Dino Boffo. Tra i più diffusi organi diocesani d’Italia, è anche fra i più incarnati nella vita dei trevisani. Lo ha dimostrato al tempo delle guerre e della rinascita, lo sta testimoniando nella realtà di tutti i giorni, accompagnando i trevigiani nella lettura illuminata di uno sviluppo convulso della provincia italiana. Per il presidente di Confindustria Treviso, Alessandro Vardanega: «Nelle pagine del giornale, che per molte famiglie è stato l’unico punto di riferimento editoriale, si riflette la storia di questo territorio, sempre con la guida sicura dei valori della fede cristiana, e del magistero della Chiesa». «Dopo 120 anni La Vita del popolo è ancora impegnata – conferma il direttore don Lucio Bonomo – nel promuovere e difendere l’identità culturale, religiosa e morale del nostro popolo». La stessa missione di allora, anche se i tempi sono cambiati. Però con una preoccupazione in più: la sopravvivenza dei settimanali diocesani e, quindi, del pluralismo d’informazione, considerata la circostanza che i contributi pubblici si stanno assottigliando. Bonomo tuttavia rilancia: «Questa è una sfida che accogliamo anche con grande fiducia nei lettori e nelle parrocchie». L’anno delle celebrazioni è costellato di numerosi appuntamenti: dal cambiamento della grafica al convegno del 23 e 24 marzo, in cui tra l’altro sarà presentata la ristampa anastatica degli «Annali del movimento cattolico in diocesi di Treviso dal 1874 al 1906», fino alla festa del 20 maggio in Piazza dei Signori.