UFFICIO NAZIONALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Tv dei ragazzi: serve un patto con le famiglie

Coniugare quantità e qualità. È la sfida che attende la tv dei ragazzi in Italia, cresciuta negli ultimi anni sia sul fronte dell’offerta, sia negli ascolti grazie a satellite e digitale terre­stre. E' quanto emerge dal rapporto «Televisione e infanzia» presentato alla Cattolica e promosso dalla Fondazione per la sussidiarietà.
9 Maggio 2013
Coniugare quantità e qualità. È la sfida che attende la tv dei ragazzi in Italia, cresciuta negli ultimi anni sia sul fronte dell’offerta, sia negli ascolti grazie a satellite e digitale terre­stre. E almeno su questo punto tutti concordano: esperti di media, diretto­ri di rete, conduttori tv, rappresentanti delle istituzioni e associazioni degli u­tenti. Ma poi le strade si dividono.

Per rendersene conto bastava essere l'8 maggio all’Università Cattolica di Mi­lano alla presentazione del rapporto «Televisione e infanzia» promosso da Focus in media della Fondazione per la sussidiarietà. «L’offerta è fin troppo ampia. E il rischio è che il pluralismo si trasformi in omologazione», sostengo­no Piermarco Aroldi, direttore di Os­sCom, e Nicoletta Vittadini, docente di teoria e tecnica dei nuovi media alla Cattolica. Troppi format mutuati da quelli degli adulti ed eccessivo ricorso a programmi stranieri, denuncia Gui­do Gili, docente di sociologia dei pro­cessi culturali all’Università del Molise. Come a dire: i canali per bambini non possono essere considerati un «giardi­no protetto». Il segretario dell’«Euro­pean Association for Viewers’ Intere­sts », Paolo Celot, mette in guardia: «La programmazione è dominata dalla lo­gica commerciale». Franco Mugerli, presidente uscente del Comitato Me­dia e Ninori, propone di tessere una «re­te che abbia al centro la promozione dei bambini» e coinvolga emittenti, ge­nitori e istituzioni. Il tutto favorendo un’educazione ai media che «deve aiu­tare ragazzi e adulti all’uso consapevo­le dei mezzi», sottolinea la dirigente del­l’Agcom, Maria Pia Caruso.
Ma le tv non ci stanno a finire sul ban­co degli imputati. «Divertire aiutando a crescere è la nostra missione che rea­lizziamo puntando su contenuti originali e produzioni italiane», fa sapere il direttore dei canali De A­gostini, Massimo Bruno. «Educa­zione e intrattenimento possono andare a braccetto – sostiene Pao­lo Agostinelli, vice presidente part­ner channels di Sky Italia –. Lo di­mostrano i nostri programmi per ragazzi che nella metà dei casi ven­gono seguiti anche dai genitori». «Oc­corre preoccuparsi soprattutto della tv generalista che i più piccoli continua­no a seguire in modo massiccio», af­ferma Massimo Bernardini, condutto­re di Rai Educational. E una risposta ar­riva anche dai palinsesti: lunedì ri­prende su Nick Jr 1 ,2 ,3 … Perché? che aiuta a imparare l’inglese e su Cartoo­nito torna la serie Lazy Town dedicata a sana alimentazione e attività fisica.